Ascolto i Notturni di Chopin
da una piccola radio
fra i libri;
guardo il tramonto da un davanzale
dipinto con lo stesso colore
del cielo che sovrasta;
cerco il Monte Rosa all’orizzonte,
ritaglio d’eterno
in questo tragico effimero;
penso alla pioggia
che verrà
e al vento che una notte
ha urlato - duro, pesante -
spingendo un uccello
nel terrore della fuga
fra le scale dell’edificio
a dibattersi impazzito;
ricordo il pianto notturno
delle mie figlie
in questa solitudine imposta;
ammiro la delicata forza
della pianta di pomodoro
sul balcone (un mondo
rettangolare d’aria balenante)
sopravvissuta all’inverno,
i suoi fiori gialli,
due frutti ancora verdi
e minuti, barlume
di speranza.
E mi domando perché...
perché bello e brutto s’intreccino
in un indecifrabile enigma,
come i giorni
misteriosi e banali,
ansiosi e grandiosi,
spersi e spersi,
di questo aprile vissuto
con l’io lontano da sé
e, soprattutto, noi lontani da noi.
E tremo, tremo,
alla mente vagabonda,
di sovrapposti, inconcepibili, inutili
viaggi;
tremo, tremo
di estraneità e amore.
Alberto Figliolia
Cesano Boscone-sera/mattino, domenica 19-lunedì 20 aprile 2020