Non vi dà un vago senso di fastidio in questi giorni la parola “scienziato”? A me molto.
Premetto doverosamente e a scanso di equivoci che non sono contro la scienza, aborro ogni forma di superstizione o pratica esoterica ma contemporaneamente sono pervicacemente contro la deificazione della scienza.
In questi mesi spuntano ovunque gli “scienziati”, così chiamati dai giornalisti, ma loro tra di loro non lo fanno, loro tra di loro bisticciano e se bisticciano è perché non considerano l’altro uno “scienziato” ma, se va bene, uno sprovveduto contapalle.
La politica ne ha arruolati una quantità inverosimile per poi… scaricarli alla prima occasione.
Prendete Fontana, avendo la magistratura alle costole si è affrettato a dire che lui non c’entra niente, è tutta colpa degli “scienziati” dell’ATS (Agenzie di Tutela della Salute), che sono loro ad aver detto cosa fare.
Ora, a parte il fatto che, perlomeno, ha la responsabilità politica della loro nomina, se davvero fossero loro i responsabili della strage nelle case di riposo, ma se dice che è colpa loro, conseguentemente ora, deve destituirli, altrimenti come fa ad aver fiducia dei loro prossimi suggerimenti? O pensa di continuare a fidarsi, vada come vada, tanto è sempre colpa loro?
Per finire questa parte due parole sul libro appena scritto da Burioni sul virus. Anche se ha detto che i proventi delle vendite andranno alla ricerca, l’operazione è “scientificamente” squallida. Che in due mesi sia possibile scrivere cose serie su di un argomento, il COVID-19, di cui si sa ancora talmente poco che ogni giorno se ne dicono di nuove, diverse e contrastanti tra loro è veramente inconcepibile.
Speriamo che anche il narcisismo non sia epidemico, altrimenti chissà quanti “scienziati” scriveranno libri sul coronavirus.
N.B. - Per la seconda parte Claudio Mellana vi rimanda all’illustrazione, con relativa altrettanto ‘rude’ didascalia, del post di oggi di Michele Tarabini. (Red.)