7.
Di nuovo giù per queste scale verso la stessa scena,
la luna, le stelle, il vento notturno. Le ore trascorrono
e solo l’arpa in lontananza e il vento
che vi trascorre. E subito il disco grigio del sole,
offuscato da nubi, che si libra in alto. E oltre,
come sempre, il mare in trasparenza sconfinata, di calma
suprema, un luogo di perpetuo inizio che in sé contiene
ciò che mai occhio ha visto, mai orecchio ha udito, mano
mai ha toccato, ciò che mai è nato in cuore d’uomo.
A quel luogo, al custode di quel luogo, mi consacro.
Trad. Damiano Abeni