La Riviera Maya è sicuramente una delle zone più interessanti e affascinanti del nostro pianeta. Intrisa di storia, immersa in rare bellezze paesaggistiche, questa terra, lunga circa 130 km, si trova nella costa orientale di Quintana-roo, in Messico. Il turista che si reca da queste parti lo fa certo di trovare un mare cristallino e splendide spiagge, che partono dal sud di Cancùn, passando da Playa del Carmen e per le rovine Maya di Tulum, fino alla Biosfera di Sian Ka'an, habitat di una flora e fauna ricchissime. Cancun è la meta turistica privilegiata dai nord americani, mentre Playa del Carmen è uno dei posti più rinomati e frequentati dai vacanzieri europei, in quanto un tempo tranquillo paese di pescatori, oggi sede di attrezzati alberghi internazionali. Purtroppo, la serie di uragani che annualmente di abbattono sul Golfo del Messico, coinvolgendo tutti i Caraibi, non ultimo “Wilma”, ha portato via km di spiagge, trasportando la sabbia in altre posti limitrofi. Infatti, visitando Playa del Carmen, balza subito all’occhio quanto la spiaggia sia rientrata, come inghiottita dal mare. Quello che è rimasto per il turista sono le decine e decine di negozi di souvenir, a ricordo di quanto la località fosse una delle mete predilette dalla massa. Per poter vivere la spiaggia e godere della Grande Barriera Corallina Maya, seconda al mondo per grandezza solo a quella australiana, la zona migliore attualmente è quella di Tulum, tesoro di indescrivibili siti archeologici, tesoro della misteriosa cultura del popolo Maya.
ESCURSIONI
La civiltà Maya, una delle più grandi del Nuovo Mondo, si sviluppò tra il 300 d.C. e il 1500 e scomparve nel 900 d.C. circa, lasciando un mistero insoluto. Infatti, nessuno conosce con esattezza le cause di questa fine improvvisa del popolo maya. Di recente gli scienziati hanno scoperto che durante il secolo precedente si erano verificati tre periodi di grave siccità e decenni con pochissima pioggia. I Maya potrebbero essere stati scacciati dalla mancanza d'acqua. Alcuni si spostarono a nord, nella penisola dello Yucatán, per andare a vivere nelle città di Chichén Itzá e Mayapán. Queste città erano indipendenti, dominavano i villaggi e i terreni agricoli circostanti ed erano governate da un re. Poi, nel XVI secolo, gli spagnoli invasero il Messico e sottomisero senza difficoltà i maya rimasti. I Maya vivevano in città con case di legno dai tetti di paglia, costruite attorno a giganteschi templi, dei quali è possibile ancora vedere l’imponente maestosità in alcuni giacimenti archeologici.
Chichen Itza è ritenuto il più suggestivo e misterioso complesso archeologico della penisola dello Yucatan, famoso per la Piramide del dio Serpente Piumato, per il Campo della Pelota più grande del MesoAmerica e per l’Osservatorio astronomico.
Cobà – Tulum. Un’esperienza da consigliare, non particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico, è la visita ai due siti archeologici di Coba e Tulum.
Per poter visitare Nohoch Mul,la piramide più alta dello Yucatan, situata a Cobà, fondata nel 623 d.C., bisogna inoltrarsi in una foresta. La camminata tra le sue rovine che contano molte steli scolpite non presenta difficoltà e si effettua quasi tutta sul piano. Per chi invece vuole percorre questo tratto in modo alternativo si può affittare delle biciclette oppure chiedere il trasporto “per turisti”, simile a quello offerto dai risciò cinesi. Raggiungere la sommità di questa piramide (42 m di altezza) è davvero un’impresa! Bisogna arrampicarsi su una scalinata irta, aiutandosi con una corda che scorre dall’alto verso il basso, fissata nel centro della piramide. Un valido sostegno, soprattutto per chi, vuole salire e scendere in sicurezza. Un panorama mozzafiato è godibile dopo aver fatto quasi metà percorso. Si staglia tutt’intorno un’immensa foresta, nella quale si scorge ogni tanto qualche rovina che emerge dagli alberi.
Una cosa molto particolare da osservare, che si trova in questo sito, è il campo dove si giocava a pelota. Il gioco si svolgeva tra due squadre di due o tre giocatori, con una palla di gomma piena. I giocatori colpivano la palla con gli avambracci o le anche, mentre non era permesso l'uso di mani e piedi. Scopo del gioco era segnare un punto facendo passare la palla attraverso uno dei due anelli di pietra sporgenti dalle pareti del campo. Il gioco era veloce e pericoloso, e i giocatori indossavano speciali indumenti imbottiti per proteggersi. Questo non era solo uno sport, ma veniva considerato anche un evento religioso. Probabilmente simboleggiava la battaglia tra la luce e le tenebre, oppure era una rappresentazione della morte e della rinascita del Sole. I Maya, credevano in numerose divinità della natura, e ritenevano fosse necessario compiere sacrifici umani per nutrire gli dei e mantenere l'ordine cosmico. Quindi, spesso, alla fine di una partita, i giocatori della squadra perdente venivano sacrificati agli dei.
Il sito di Tulum è l’unico che si staglia a picco sul mare caraibico ed è il secondo sito maya più visitato dopo quello di Chichen Itzà. L'antico insediamento è a forma di rettangolo di 380 metri da nord a sud e di 165 metri da est ad ovest, distante circa 128 chilometri da Cancun. Il Castello domina le rovine di Tulum, strategico punto di partenza per l’isola di Cozumel. Fu edificato per la difesa delle rotte commerciali ed è visibile anche da lontano. Numerosi sono i resti che si trovano distribuiti su un’ampia zona verdeggiante. Da visitare è il Tempio del Dio Discendente e quello degli Affreschi.
Per chi vuole vivere giornate all’insegna del sole e del mare si può visitare Playa Paradiso, la famosa Isla Mujeres Playa, cioè l’“Isola delle donne”. Anche la biosfera di Sian Ka’an ha il suo fascino, in particolare per gli amanti dello snorkeling. Questo parco marino è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. È possibile, a bordo delle lance attraversare la laguna, con le sue isole di mangrovie e la grande varietà di uccelli. Nelle piscine naturali con stelle marine ci sono tartarughe e i delfini nel loro habitat naturale.
Un’altra biosfera che merita una visita è quella di Rio Lagartos, dove, fuori da tutte le rotte turistiche, ci si può imbarcare su piccole lance che conducono alla scoperta di un mondo abitato da aquile e pellicani, coccodrilli e fenicotteri rosa.
Per capire come vivono i Maya oggi vengono organizzate anche escursioni in piccole comunità, nella foresta. Si può entrare nelle loro capanne e assistere ad una cerimonia con uno sciamano.
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Paola Mara De Maestri