Dopo I vuoti del mosaico, del 2019, Jacobellis (Pescara 1938) torna con la raccolta Il cielo della mente. Come già si evince dal titolo, dominante è il pensiero, trasversale a tutta la raccolta, che ne costituisce la parola chiave: “I miei pensieri/ sono in viaggio/ con la pazienza degli eroi/ migrano combattendo/ tra le invisibili figure/ del tempo diviso/ tra il troppo umano/ e il troppo lontano/ l’assoluto è metafisico/ e ricompone i frammenti”.
Tornano alcuni elementi caratterizzanti la poesia di Jacobellis, a cominciare dalla riflessione sulla brevità del tempo che ci è concesso, infatti la vita, così preziosa, rimane una “scalata magnifica” ma purtroppo un “segmento di tempo” con “scadenza veloce”. Quindi da usare bene, soprattutto quando si sa che la strada davanti a noi si fa breve, e che una nuova alba può essere insidiata. Alba che è comunque portatrice di speranza, mentre il tramonto rimane a simboleggiare l’arrivo, ma intanto raccoglie una intera esperienza di vita.
Crea disagio il pensiero di non avere più nulla in cui proiettarsi in un futuro lontano, o qualcosa di nuovo da inventare, tuttavia a consolazione subentra la consapevolezza della importanza del passato e del ricordo, perché “l’uomo è quello che ricorda/ con la morte perde la memoria/ e la previsione del futuro/ è come tornare all’indistinto/ ma con l’oblio che cancella le domande”.
C’è una oscillazione continua tra la luce e il buio, tra la realtà concreta ed il vuoto senza fine: “Chi ha visto l’ignoto/ deve scomparire/ verso la luce fredda/ impigliata all’orizzonte/ sorveglia la tua anima/ che ti vuole lasciare”. Allo stesso tempo si oscilla tra la fede e il pensiero del nulla, che non esclude l’ansia dell’attesa né la malinconia - nostalgia di vita.
La luce tuttavia illumina i pensieri che si proiettano verso l’ignoto: “Siamo esploratori/ accendiamo falò/ a far luce sul cielo/ e per scoprire/ il volto della notte”. L’arco di tempo da vivere che si fa sempre più corto - che è nella natura di tutti noi, ad ogni giorno che viviamo - non esclude l’importanza di continuare a vivere con intensità ogni momento, per non dare ragione al tempo, e magari riempire il vuoto di colori: “Come in autunno/ la fuga dei grandi colori/ (è più rapido il giorno)/ nel conflitto col tempo/ ci si può/ riempire il vuoto”.
Marisa Cecchetti
Gianfranco Jacobellis, Il cielo della mente
Biblioteca dei Leoni, 2019, pp. 160, € 12,00