In lontananza, il mare.
Cupole bizantine.
Il giardino dei semplici e le piante officinali.
Il centro storico è fatto di lastroni lucidi, di santi e tritoni dietro ai cancelli.
“Gatto” lungo le strade e sui muri.
Per i vicoli il potere espansivo del sole e il profumo della ginestra odorosa, del finocchio marino e della salvia sagittata.
In questo contesto, Barbarah Gugliemana improvvisa una mostra estemporanea, rapita da un tempo che fa esplodere la bouganville che qui fiorisce anzitempo.
La Location: Un ascensore. Quello del chiostro del convento di Ave Gratia Plena, a due passi da Santa Annunziata.
Pareti grigio asfalto.
Sfondo perfetto per il bianco e il nero della linea aforismatica.
Grigio come sono i pensieri da cui sfuggire.
Sul foglio fichi d'India, nuvole, vento, nuovi viaggi, vecchi amori e u' mare... “non vi potere sbagliare, sta' in fondo a destra, e poi 'a strada vi porterà”.
Estemporaneo.
Come il sole l'ultimo giorno di febbraio.
Come l'elicriso già odoroso, i limoni pesanti e la borragine fiorita.
Come l'idea che prima ti riempie e poi ti svuota.
Comunque, se proprio volete perdervi la mostra, usate le scale, per questa volta, che, si sa, fanno sempre bene al cuore!
Ilaria Francesca Martino
HIPPOCAMPUS