Le 11 vittime su 325 contagi hanno determinato la quarantena a macchie di leopardo da Covid 19, che guida la Quaresima 2020 in Italia.
In cinque giorni siamo entrati in una dimensione che porterà ad una flessione del pil, secondo il governo: registra una flessione del 40% delle entrate da turismo in un Paese che si sta sotto-sviluppando.
È forse la prima Quaresima della nostra storia?
Che cosa è bene fare? Papa Francesco ha detto:
Quando facciamo qualcosa di bene, a volte siamo tentati di essere apprezzati e di avere una ricompensa: la gloria umana. Ma si tratta di una ricompensa falsa perché ci proietta verso quello che gli altri pensano di noi. Gesù ci chiede di fare il bene perché è bene. Ci chiede di sentirci sempre sotto lo sguardo del Padre celeste e di vivere in rapporto a Lui, non in rapporto al giudizio degli altri. Vivere alla presenza del Padre è una gioia molto più profonda di una gloria mondana.
(PAROLE DEL SANTO PADRE: Videomessaggio per iniziativa “Keeplent”, 10 febbraio 2016)
Ma che cos’è bene esattamente? L’analisi te-onomasiologica dice l’etetimo zumero di bene.
Bene: etetimo.1
Bene (fam.) be’ [lat. bene, da bonus, di etim. Incerta avv. (tronc. in ben avv. forma tronca di bene)].2
L’etimologia è incerta proprio perché il zumero propone due sillabe separate: be ne. Inoltre:
Be = essere aperto.
bad, be, ba9
to open; to let out; to go away; to be at a distance (in space or time); to drive away; to separate, remove (regularly followed by ra2; cf. bara4 (to spread out, open wide; released; separated)3 and semantics of bar; there were originally four separate signs: BAD; IDIM; TIL; USH2) (open container with motion away from) [BAD archaic frequency: 23].4
Il secondo motivo che ha reso difficile la composizione delle due sillabe nello stesso verso, be ne, sta nel fatto che il zumero è una lingua ventiva [(espressa con ‘che venga’ reso da am3): am en = ‘che venga il signore’]. Il signore plenipotenziario della città, en, veniva auspicato per venire a risolvere qualsiasi problema. Tanto è vero che l’ebr. ha conservato amen = verità l’auspicio ‘che venga il Signore’ della città, e, con la fine di tante città, è rimasto religiosamente il Signore dio come ‘verità’, che i religiosi non vogliono discutere essendo la parola più pronunciata da Gesù in aramaico. Ar-am ‘che venga (am) preghiera (ar)’5 in zumero...
Il terzo motivo sta nel fatto che ne, ‘costui’, sembra non rapportato direttamente con En, signore/tempo, perché le persone qualunque di norma non erano en.
ne
this (one); that (one) (abbrev., ne-e; ne-en) [NE archaic frequency].6
Dico ‘sembra’ perché, in realtà è rubricato esattamente, ma nei rinvii Halloran preferisce il significato ‘tempo’ per en = signore-tempo:
ne-e; ne-en (-nam)
this (one); that (one); these, those; refers to objects ‘here’, near the speaker –‘thing’ + e, demonstrative pronoun, this one).7
Ne-en pari al massimo astrattivo nam rivela che, in realtà, Halloran ha sfiorato la risoluzione del problema ne-en = ‘generazione -della- persona’, nen, reciproca di ene.
Io ho potuto risalire partendo dal termine italiano ente, in lat. abl. ente dal verb. part. pres. verbo esse: ens, entis. La lettura circolare di en.te = te.en: ‘incontro (te) -il- signore (en)’. Questo è rubricato: te-en (cf., ten). Ma il dizionario Halloran ha scelto per en il significato tempo e non signore, che in origine ha considerato:
en
n., dignitary; lord; high priest or priestess; ancestor (statue); diviner [EN archaic frequency].
v., to rule.
adj., noble (cf., uru16 [EN] (-n)).8
anche per le altre persone (ma, col numero deponente, che segnala la rarità maggiore):
-en3
Represents 1.sg. or 2.sg. pronominal suffix /-en/.9
Il quarto motivo è il fatto che il sumero.gramma temen, ‘perimetro’, più frequente, è stato trovato meno spesso fratto in:
te-me-en; te-me (cf., temen).10
Il quinto motivo: non è stato riconosciuto l’archetipo DA DUE UNO ben rappresentato da me.lam.mu, ‘l’atto creativo della divinità’, che in un lam(po) faceva apparire me+mu, ovvero le parole origine di tutte le altre. L’espressione te-me veniva letta me-te:
me-te
appropriate symbol, characteristic; fitting thing; suitability; unique; ornament, adornement; proper dress; dignity (‘function’ + ‘to meet’, or ‘office’ + ‘symbol’; cf., ni2-te [alone; personally; (one)self; one’s own (‘self’+ ‘symbol’); cf., me-te].11
Si noterà come la terna te-me-en spieghi la coppia te-me con me-te senza ‘funzione’, da riconoscere ‘atto creativo’, e senza simbolo, da riconoscere ‘connessione’.
La bizzarria tocca l’apice col quinto motivo: il spiega IL BENE.
IL è il più antico nome di Dio:12 spiega bene il bene.
Carlo Forin
1 “Bene: etetimo” (in Agor@ magazine, 27/03/2018).
2 Lo Zingarelli 2018.
3 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 31.
4 Ivi: 27.
5 “Ar-am” (in Tellusfolio, 18/06/2016).
6 John Alan Halloran, op. cit.: 193.
7 Ivi: 194.
8 Ivi: 61.
9 Ivi: 62.
10 Ivi: 274.
11 Ivi: 173.
12 Secondo Robert A. Di Vito, Studies in third millennium sumerian and akkadian personal names, The designations and Conception of the Personal God, Roma, E.P.I.B., 1993: the element il: 235 sgg.