Spero che qualcuno dei corneriani naviganti si sia incuriosito circa l’opera di Robertson Davies, presentato in uno dei pezzi precedenti e stia aspettando l’altro stralcio del romanzo Gli Angeli ribelli che, come avevo promesso, vi propongo di seguito. La volta precedente il dialogo era fra il professor Parlabane, ex frate e ora sedicente filosofo scettico, e Molly giovane assistente universitaria costretta a dividere con lui lo studio di ricerca e in fondo piuttosto irretita dal personaggio quasi diabolico. Ora il dialogo è sempre fra i due e la discettazione è squisitamente filosofica, condotta però come è nello stile di Davies, con piglio ironico e accattivante. A voi:
«– Io sono uno dei pochissimi autentici filosofi scettici che esistano al mondo, Molly. Oh, naturalmente ci sono parecchi docenti di filosofia che si professano scettici, ma la vita che conducono dimostra che non credono in quel che insegnano. Amano la propria famiglia, versano il loro obolo alla Ricerca sul Cancro, e ascoltano senza protestare, se non addirittura con compiacimento, tutte le coglionerie che si raccontano persino nelle aule universitarie sulla politica, la società, la cultura, e non so cos’altro.
Lo scettico autentico, al contrario, vive in uno stato di costante, ben calibrata incertezza; nega l’esistenza di un qualsiasi valido motivo per accettare come vera qualsiasi affermazione o dichiarazione. Certo, se qualche sciocco gli dice che oggi è una bella giornata probabilmente assentirà, in quanto gli manca il tempo materiale per discutere con costui sul significato da attribuire all’aggettivo ‘bella’. Ma nelle questioni importanti adotta l’epoché, la sospensione del giudizio.
– Insomma rifiuta di ammettere a priori che esistono delle cose positive e altre negative, cose auspicabili e cose riprovevoli?
– Questo sarebbe un giudizio etico, e in fatto di etica lo scopo dello scettico è quello di demolire i presupposti; il tipo di giudizio cui tu ti riferisci è pretestuoso in quanto si fonda in un certo senso sulla metafisica, e la metafisica sono tutte balle, anche se devo ammettere che spesso sono balle affascinanti. Lo scetticismo in realtà cerca di aiutare la metafisica ad autodistruggersi - a impiccarsi con la propria corda, per così dire.
– Ma a questo punto non resta più nulla!
– Non è vero. Resta la prudente convinzione che di ogni affermazione può essere sostenuto con altrettanta credibilità l’esatto contrario.
– Oh, andiamo Parlabane! Solo qualche settimana fa lei andava in giro tutto compunto vestito da frate. Era soltanto una cinica mascherata? Davvero non crede in niente?
– Mia cara figliola, tu stai facendo la solita banale confusione fra scetticismo e cinismo. Il cinismo è roba da quattro soldi, e il cinico di solito è solo un sentimentale di cattivo umore».
Frances
che aspetta i commenti di scettici, cinici e teorici vari…