Ma non solo di caccia e fucilate, oppure di investimenti stradali, per non parlare dell’incidenza dei cambiamenti climatici... soffre ed è vittima la nostra fauna selvatica. Un grande pericolo per l’avifauna è rappresentato dalla inestricabile rete che va a comporre la “servitù elettromagnetica” della nostra provincia e che ci passa sopra la testa in qualsiasi parte del territorio noi possiamo essere. È pur vero che la situazione va lentamente migliorando grazie alla razionalizzazione delle linee/elettrodotti, all’eliminazione degli inutili doppioni, al parziale interramento dei cavi dell’alta tensione, ma il tributo dei grandi volatili all’elettrificazione della valle è comunque “importante”.
La Bozza di Piano Faunistico Venatorio (PFV) 2019, dedica un apposito capitolo, sfortunatamente limitato cronologicamente al 2014, al recupero degli animali feriti nel quale sono state interessate le Guardie provinciali. Fra i feriti, pochi dei quali sono sopravvissuti, i rapaci notturni hanno pagato, e continuano a pagare, un caro prezzo, considerata anche la loro scarsa diffusione e il loro valore naturalistico.
«RAPACI NOTTURNI
I recuperi di rapaci notturni effettuati nel territorio provinciale hanno riguardato principalmente 3 specie: allocco, gufo reale e civetta. È stata riscontrata una media di un recupero all’anno per il gufo comune, mentre assiolo, civetta capogrosso e barbagianni sono stati recuperati occasionalmente.
✔ Rapaci notturni recuperati in provincia di Sondrio nel periodo 2007–2014
Allocco (Strix aluco) 35
Gufo reale (Bubo bubo) 29
Civetta (Athene noctua) 17
Gufo comune (Asio otus) 8
Assiolo (Otus scops) 3
Civetta capogrosso (Aegolius funereus) 2
Barbagianni (Tyto alba) 1
Analizzando il destino degli animali coinvolti in interventi di recupero, 71 (74,7%) sono morti o sono stati soppressi a causa della presenza di traumi o patologie non sanabili, 18 (18,9%) sono stati rilasciati in natura, 2 (2,1%) sono stati consegnati a un altro ente, mentre per 4 animali (4,3%) non si hanno informazioni».
Purtroppo, proprio in questi giorni, è stato recuperato a Cosio Valtellino, nei pressi della stazione ferroviaria, il corpo di un maestoso gufo reale la cui presenza in tutta la provincia, probabilmente, non supera i 20/30 individui.
Il Cartello delle Associazioni Protezioniste/Ecologiste (LEIDAA, Legambiente, ORMA, WWF) nelle Osservazione al PFV ha chiesto misure preventive e di contenimento per limitare il numero degli incidenti automobilistici in cui vengono coinvolte persone al volante e fauna selvatica, in particolare cervi e caprioli.
Egualmente, se vogliamo preservare e dare una mano all’avifauna, in particolare i rapaci che sono maggiormente colpiti dal “fulminamento” (elettrocuzione), dobbiamo attuare in modo pianificato e programmato, interventi preventivi che, in valle, sono già stati sperimentati e sono tutt’ora operativi.
Non c’è nulla da inventare, semmai ci sono strumenti da mettere a punto sulla base della “letteratura scientifica” in materia e delle esperienze effettuate nel corso degli anni, dal momento che già nel 2008 l’Istituto Superiore per la Protezione Ricerca Ambientale (ISPRA) del Ministero dell’Ambiente pubblicava le “Linee Guida per la mitigazione dell'impatto delle linee elettriche sull’avifauna”.
Il fatto poi che il ritrovamento di cadaveri di Gufi Reali sia la «(...) conferma di una migliore presenza della specie rispetto agli anni passati si rileva anche che dal 1998 ad oggi sono stati recuperati oltre 50 individui feriti o morti, per la maggior parte a causa di elettrocuzione e traumi contro tralicci dell’alta tensione» (Bassi e Ferloni, 2007) dal momento che «pochi sono gli studi sino ad ora condotti...» (Bozza Piano Faunistico Venatorio 2019), non suona in modo particolarmente consolatorio.
Come sempre è meglio prevenire che rincorrere poi le soluzioni e cercare di metterci le pezze, una volta verificatosi il “fattaccio”...
Katya Grandi, p. LEIDAA Sondrio
Lorenza Tam, p. Legambiente Valchiavenna
Massimo Benazzo, p. ORMA Morbegno
Villiam Vaninetti, p. WWF Valtellina Valchiavenna