Secondo le Nazioni Unite il numero di nuovi sfollati nel nord della Siria è salito, nelle ultime 72 ore, a 250mila. L’Unicef denuncia che nell’ultima settimana oltre 6.500 bambini al giorno sono stati costretti alla fuga.
La massiccia ondata di bombardamenti russo-governativi, che punta alla riconquista completa dell’area tra Idlib e Aleppo, ultimo bastione in mano alle opposizioni, e alla ripresa del controllo dell’autostrada M5, sta avendo un impatto devastante sui civili. Nell’area vivono circa tre milioni di persone in condizioni precarie, tra villaggi, tendopoli e baracche. Si tratta prevalentemente di sfollati giunti nella zona da altre aree, nel vano tentativo di varcare la frontiera e rifugiarsi in Turchia. In questo fazzoletto di terra ci sono diversi gruppi militari, tra cui ciò che resta dell’Esercito Siriano Libero, sostenuto dal governo di Ankara, ma anche milizie terroriste legate ad al Qaeda, come Jabhat al Nusra e Hayet Tahrir al Sham. Un crocevia di uomini armati e un altalenarsi di alleanze che di fatto hanno penalizzato con la loro presenza la popolazione civile, di cui si sono fatti vigliaccamente scudo, infliggendo sofferenze e violenze, minacciando le associazioni umanitarie, ostacolando l’ingresso di giornalisti nell’area. Oggi, a questo quadro devastante si aggiunge la nuova ondata di bombardamenti indiscriminati del governo e dell’alleato russo, che hanno colpito abitazioni, convogli di sfollati, ospedali e scuole. Nel periodo tra il 1° e il 31 gennaio sono state colpite 11 strutture sanitarie, 7 tendopoli per sfollati, 28 scuole e 9 mercati, come denunciano diverse realtà della società civile.
“Sono stati sfollati verso il cielo”, scrive sul suo profilo Twitter il professor Abdulkafi Alhamdo, riportando la notizia del bombardamento che ha colpito un piccolo bus per sfollati, uccidendo una famiglia di 9 persone nella periferia di Aleppo.
Le immagini dei corpi senza vita nelle strade continuano ad arrivare incessantemente, insieme a quelle dei civili terrorizzati su pick up, auto e furgoncini che cercano di fuggire dalla zona.
Zaher Sahloul, medico siriano operativo a Chicago, presidente di MedGlobal, ha rilasciato alla CBS un’intervista dopo essere stato nei giorni scorsi a Idlib. “È davvero troppo quello che sta accadendo. Domenica i bombardamenti russi hanno ucciso tre bambini, ma non credo che il mondo stia dando attenzione a tutto questo”.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 3 febbraio 2020)