È da poco terminato il restauro al Tabernacolo posto sul palazzo tra Piazza San Felice e Piazza Pitti a Firenze. L’intervento durato due mesi e mezzo è stato promosso dagli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini, attraverso il Comitato Tabernacoli, ed è stato eseguito sotto la Direzione Lavori della Dott.ssa Maria Maugeri funzionario di zona per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato. I
l restauro, sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence, è stato realizzato da Bartolomeo Ciccone per l’affresco e Stefano Landi per la parte lapidea.
«Il comitato per il decoro ed il restauro dei tabernacoli, nel ricordare il suo quasi trentennale impegno per il recupero e la salvaguardia di un patrimonio che connota in modo del tutto eccezionale il persistere nel territorio fiorentino d'una spiritualità tradotta in immagini figurative d'alto valore artistico, torna ad esprimere la propria più viva riconoscenza alla Fondazione Friends of Florence», sottolinea Oretta Sabbatini Presidente del Comitato per il decoro e il restauro dei Tabernacoli.
«Friends of Florence» aggiunge Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente della Fondazione, «è molto affezionata ai tabernacoli di Firenz poiché raccontano di una devozione popolare che fa parte della vita e della storia cittadina. Sono testimonianze che non ci possiamo permettere di perdere» continua; «per questo siamo stati felici della collaborazione con il Comitato Tabernacoli degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini e di aver incontrato per questo lavoro tutta la disponibilità della Soprintendenza. Con questo sono sette i tabernacoli che nel corso degli anni abbiamo restaurato restituendoli alla pubblica fruizione. Ringrazio la Presidente del Comitato, la Dott.ssa Oretta Sabbatini, la Dott.ssa Maria Maugeri della Soprintendenza, i restauratori Bartolomeo Ciccone e Stefano Landi e tutto il loro staff per aver eseguito l’intervento».
«All’inizio del restauro del Tabernacolo di san Felice» sottolinea la Dott.ssa Maria Maugeri, funzionario di zona per la Soprintendenza, «ci siamo trovati davanti un’immagine illeggibile a causa del grave stato di conservazione della pittura, aggravato dall’invasivo intervento operato negli anni ’50 da Renato Bagnoli. Personalmente non credevo che si potesse recuperare l’affresco, ma ho voluto seguire i suggerimenti di Bartolomeo Ciccone e lentamente, attraverso la rimozione di aggiunte incongrue, ecco apparire un’immagine più nitida e per questo più comprensibile. Un’Annunciazione che accoglieva i tanti pellegrini che attraversavano san Pier in Gattolini diretti, attraverso la via Francigena, a Roma. Tengo a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il restauro del Tabernacolo di San Felice. Friends of Florence e la Contessa Simonetta Brandolini d’Adda per l’impegno profuso a favore della tutela del patrimonio culturale fiorentino; gli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini che, attraverso il Comitato Tabernacoli, in tanti anni hanno avuto un ruolo centrale nel recupero di questi sacri arredi urbani; i restauratori Stefano Landi e Bartolomeo Ciccone, con i quale spesso condivido le problematiche inerenti la conservazione, e Don Gianfranco Rolfi ancora una volta in prima linea a sostegno della valorizzazione del territorio pertinente la Parrocchia di San Felice in Piazza».
IL TABERNACOLO
Il tabernacolo è composto da un affresco raffigurante l’Annunciazione, soggetto probabilmente legato alla rappresentazione dell’Annuncio a Maria che si svolgeva ogni 25 marzo nella vicina Chiesa di San Felice in Piazza, e da un’edicola in pietra serena all’interno del quale è ubicato.
Si tratta di una pittura alla calce su intonaco fresco eseguita molto probabilmente nel primo decennio del XVII secolo da un artista tardo manierista di scuola fiorentina, che la critica recente ha ricondotto alla scuola di Santi di Tito.
LO STATO DI CONSERVAZIONE E IL RESTAURO
All’avvio dei lavori di restauro il tabernacolo nella sua interezza presentava problematiche conservative legate alla stabilità degli elementi lapidei, del cristallo protettivo dello sportello e infine di estese ridipinture che opacizzavano la pellicola pittorica.
D’accordo con la Direzione Lavori sono state rimosse completamente le ridipinture e sono state recuperate tutte le porzioni di pittura originale come il panneggio dell’angelo, la sua mano e il giglio, le mani, il volto, e alcune parti del panneggio della Vergine, i volti degli angeli e il drappo verde sullo sfondo. Subito dopo è stata consolidata la superficie pittorica e a seguire è stato eseguito il ritocco pittorico sia ad acquerello sia con pigmenti naturali in polvere. Il restauro ha inoltre previsto il recupero dell’edicola in pietra e la sostituzione dello sportello con uno nuovo progettato e realizzato per migliorare la leggibilità dell’opera e proteggerla dagli agenti atmosferici e da atti di vandalismo.
Elisa Bonini