Ho aperto porte
con lei nascosta dietro.
Ho comprato numeri
sentendola nel lugubre squillo.
Lungo le scale aveva
il respiro trattenuto
a ogni gradino,
la falce appoggiata al corrimano.
(Anna Toscano)
Mamma aspetta, ho telefonato per leggerti dei versi, sono di una poetessa di Venezia, Anna Toscano, sono stata alla presentazione del suo libro Al buffet con la morte, alle Carceri di Andrea De Alberti, come cibo prelibato sono le sue parole, apparecchiate sulla tavola della vita, il suo sguardo mi cercava ed io ero rapita da quella sua ricetta insolita... ma aspetta adesso te ne leggo una: C'era sempre la morte/ a tavola con noi/ giocherellava con le pastiglie/ a lato bicchiere di mia mamma/ le infilava sotto il piatto/ le spingeva nel tovagliolo/ poi in terra/ <che mi venga un colpo / se non le avevo messe qua>/ diceva una, l'altra/ se la rideva a crepapelle.
E senti anche questa: C'era sempre la morte/ a tavola con noi/ fissava mia nonna/ le girava intorno/ la guardava di lato/ di spalle,/ da dieto un orecchio/ le aveva tolto tutto:/ i denti l'udito la forza/ il marito una figlia il passato./ Superata la soglia del secolo/ la morte la fissava ancora/ le tolse la gelateria sotto casa:/ mia nonna morì.
Ma Barbara sono tristi, sì è vero mamma, ma fanno anche ridere, sembra quasi una amica la morte, certo finché se ne sta lì solo a guardarci...
Diceva lo scrittore austriaco Heimito von Doderer: «È tempo di rendersi conto che dobbiamo essere, sempre e sotto ogni aspetto, pronti e preparati alla morte - per poter tornare alla pienezza della vita; continuare però in essa a occuparsi della morte sarebbe un delitto contro la categoria entro cui ci muoviamo». Ed invece la Toscano tiene costantemente vicina e presente la compagna morte, in questo suo buffet: La morte, seduta su un gradino,/ si lima le unghie pensando/ a come fosse bello lavorare qui. (è ‘La certa’ della Goliarda Sapienza)
Dalla tavola dei genitori anziani al ricordo di una nonna che si acceca e poi davvero il fuori le scompare del tutto, ad una morte suicida volevi dormire in lei/ come da anni non ti riusciva, ad una persona demente in carrozzina che cade nel lavandino, ad una coperta di lana lavorata a mano preparata per non aver freddo quel giorno, ad una morte improvvisa mentre si sta facendo la spesa o mentre ci si sta truccando in bagno fissando la ruga che ti porta/ al suo scheletro, ad una sola dipartita senza nessuno accanto senza nessuno/ che le tenesse la mano/ perché non avesse paura, ad una morte assurda a fine estate, alla disperazione di Filippo, forse un cane che aspetta ancora il ritorno del suo padrone. Accanto alle morti ‘famigliari’ Anna Toscano ha invitato Goliarda Sapienza, Janet Frame, Primo Levi, Nina, Alda Monico... Il tuo vecchio corpo è rimasto/ sulla poltrona prediletta/ quella della lettura, dei pensieri, delle conversazioni. E poi lo sa, ci sarà la propria morte dove con tenerezza la poetessa ritroverà la madre... le corro incontro/ lei mi solleva in braccio e/ tutto ricomincia, finalmente/ tutto diversamente.
Ho lasciato, avete lasciato, la tua vecchia pelle, il tuo vecchio corpo... ti vedo... nelle ceneri, nei ricordi... è questo esserci, è questo mancare, è questo ricordare, è questo ritornare in altro: E io attacco bottoni/ con i tuoi lineamenti il nostro ciclo di vita, ed ognuno - proprio nessuno escluso, riconosce l’amara ballata della poetessa veneziana, con un sorriso amaro, sempre necessario per digerire certi bocconi.
Barbarah Guglielmana
Anna Toscano, Al buffet con la morte, poesie
Postfazione di Antonella Cilento e Nadia Terranova
La Vita Felice, 2018, pp. 72, € 12,00
