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Alberto Figliolia. Divisionismo, la rivoluzione della luce 
Al Castello Visconteo Sforzesco di Novara fino al 5 aprile
Emilio Longoni,
Emilio Longoni, 'L'oratore dello sciopero', 1890-1891 - olio su tela, 193x134 cm 
13 Gennaio 2020
 

Impossibile non immedesimarsi ne L'oratore dello sciopero o non penetrare, empaticamente, nelle Riflessioni di un affamato - Contrasti sociali. L'operaio sospeso sopra la folla ad arringare coloro che manifestano e protestano e il giovane cencioso con le mani in tasca per proteggersi dal crudo e crudele freddo, intento a spiare la coppia che al di là del vetro, al caldo, discorre, ride e beve, sono due epocali opere di Emilio Longoni, che si può avere la fortuna di visitare alla mostra “Il Divisionismo. La rivoluzione della luce” in corso al Castello Visconteo Sforzesco di Novara costruito dove già sorgeva una fortificazione duecentesca (www.ilcastellodinovara.it, una location doc per una mostra strepitosa): nel 1500, dopo la sconfitta subita per opera dei francesi, vi fu imprigionato Ludovico il Moro. Fra coloro che furono costretti a dimorarvi si possono annoverare anche Claretta Petacci e il grande poeta Dino Campana.

Per tornare all'esposizione va detto che rare volte è dato di vedere una tale sfilata di grandi opere, per molte delle quali non è usurpato usare il giusto termine di capolavori... Dopo il temporale, La portatrice d'acqua, Vacca bagnata, All'ovile, Savognino sotto la neve, di Giovanni Segantini, del quale sono presenti anche sette splendidi disegni nella sala 7, Il gioco dei grigi, fra cui Cavalli al galoppo, Vacca bianca all'abbeveratoio, Ave Maria sui monti, Rododendro, La Natura, opere concepite con una loro precisa autonomia (matite dure e colorate, carboncino, gesso, gessetti e pastelli, sanguigna, persino polvere d'oro su vari supporti), cospicui segni dell'immenso talento dell'engadinese d'adozione e d'elezione; Le ciliegie, Il mediatore, Il ponte, Sul fienile, La processione, Il roveto (Tramonto), Nubi di sera sul Curone, La neve. Crepuscolo invernale di Pellizza da Volpedo, pittore geniale come pochi altri, la cui tragica fine per un suicidio dettato dalla disperazione per la morte della moglie ha sottratto all'umanità chissà quante altre meravigliose tele; La partita alle bocce, Sogno e realtà di Angelo Morbelli; Le fumatrici di hashish, Maternità, Le tre Marie ai piedi della croce (un olio su tela e un olio su cartone) di Gaetano Previati; Fuori porta di Giovanni Sottocornola; La pesca, La diana del lavoro di Plinio Nomellini; Cadono le foglie. La lavandaia di Gian Battista Ciolina. E ancora Carlo Fornara, Vittore Grubicy (il grande teorico di questa prima avanguardia italiana), Cesare Maggi, Filiberto Minozzi, Carlo Cressini...

Da dato chimico il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l'occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto. [...] la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle tematiche sociali”. Il Divisionismo, peraltro, non può essere considerato una mera filiazione del Pointillisme francese, sebbene le premesse siano simili (e un'influenza culturale si esercita sempre), bensì va trattato come una creazione dello spirito artistico italiano, con una originale teorizzazione, una riflessione ampia, cosmopolita e cosmica, in grado di cogliere sia gli afflati della Natura che il vasto campo del progresso sociale e il mondo delle idee. Incroci con il Simbolismo e filosofia, meditazione sui grandi quesiti ed enigmi della vita, sperimentazione, è un panorama, quello del Divisionismo, estremamente composito, un orizzonte di possibilità e suggestioni infinite.

Entriamo ora nel dettaglio di alcuni lavori. Maternità, Gaetano Previati: “L'opera è frutto di due anni di sperimentazione pittorica ed è una reinterpretazione in chiave laica del tema rinascimentale della Madonna col bambino circondata dagli angeli. Ispirato all'artista dal concepimento del primo figlio, il dipinto propone l'eterea visione della prima madre che allatta il suo bambino, appoggiata ad un melarancio spoglio in un giardino dalle folte erbe. Pennellate di colori puri, a pioviscolo nel cielo e a lunghi filamenti flessuosi che disegnano le forme, traducono uno stato di meraviglia tra realtà e sogno”. Maternità è visibile gratuitamente a pianterreno. È una tela monumentale, vibratile e luminosa e trasuda amore e spiritualità.

Di piccolo formato è Il ponte di Pellizza, ma un vero gioiello, anche perché è considerato il “primo dipinto pienamente divisionista” del celeberrimo artefice de Il quarto stato. “Le indagini riflettografiche hanno appurato che Pellizza parte da una stesura bianca a basi di piombo preconizzata da Seurat, alla cui tela La Grande Jatte fa riferimento”. Per quel che concerne Sul fienile, sempre di Pellizza... “Si tratta di una delle opere più commoventi dell'artista, meditazione sulla morte senza sovraccarico ideologico. Le figure in controluce che amministrano gli ultimi conforti al moribondo dallo sguardo già assente, sono rese in una minuta tessitura di scuri e chiari con filamenti di colori complementari. Dietro di loro, mentre si consuma il dramma umano, nel rettangolo portante del porticato, il verde della vegetazione in tocchi più piccoli e precisi e le geometrie delle case, zone di luce e di ombre contrastanti, riaffermano la continuità della vita”.

Ma non si può davvero far torto ad alcuno in questa fantastica congerie di opere: toccante è La partita alle bocce di Angelo Morbelli, scorcio di quotidianità nel tessuto dell'immane, una luce crepuscolare a piovere sulle chiare camicie; animato di sottintesi sociali, oltre che uno spaccato cittadino, il bel Fuori Porta di Giovanni Sottocornola, così come di profondi significati simbolici, emanazione di speranza, si nutre il suo Il libro azzurro. Di feconda malinconia è Cadono le foglie. La lavandaia di Gian Battista Ciolina, una visione fra il bucolico e il nostalgico, uno squarcio d'assoluto nella serena fatica e attesa di ogni giorno. Magnifici anche i paesaggi – Pascolo alpino e Fontanalba – di Carlo Fornara, le visioni di Plinio Nomellini, nonché tutte le tele aventi per soggetto la neve, compresa quella del “meno noto” , (Sole invernale. Dopo la nevicata).

L'allestimento peraltro è perfetto: una passeggiata nei corridoi del tempo, fra gli antichi mattoni e le pietre del Castello e quelle pennellate divise, disposte con sapienza nei vari ambienti (ben fatte anche le didascalie a corredo dei dipinti), che si ricompongono alla vista proponendo la luce di sentimenti universali.

 

Alberto Figliolia

 

 

Divisionismo. La rivoluzione della luce, a cura di Annie-Paule Quinsac. Castello di Novara, Piazza Martiri della Libertà 3. Fino al 5 aprile 2020. Mostra promossa e prodotta da Comune di Novara, Fondazione Castello Visconteo Sforzesco di Novara, METS Percorsi d'arte, in collaborazione con ATL della provincia di Novara, BIG Ciaccio Arte, Fondazione Circolo dei Lettori, e con il patrocinio della Commissione Europea Provincia di Novara.

Catalogo METS Percorsi d'arte.

Orari: mar-dom 10-19 (la biglietteria chiude alle 18:30). Prevendite: sito Internet www.ticketone.it, tel. 892101.

Info: ATL della Provincia di Novara tel. 0321394059, e-mail info@turismonovara.it, sito Internet www.metsarte.com.

Ufficio stampa: Lucia Crespi tel. +39 0289415532, e-mail lucia@luciacrespi.it.


Foto allegate

Giovanni Segantini,
Gaetano Previati,
Giuseppe Pellizza,
Emilio Longoni,
Carlo Fornara,
Giovanni Segantini,
Angelo Morbelli,
Giovanni Segantini, La Natura, 1898 - gessetto bianco e matite dure su carta giallina, 79,7x137,8 cm
Plinio Nomellini,
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