Mentre Harry e Meghan “divorziano”, dalla famiglia reale”, al grido di: “Vogliamo lavorare ed essere indipendenti, non saremo più membri senior della famiglia reale e ci trasferiremo in Canada”, un povero bambino “rincorreva l'unica possibilità di felicità che gli era stata data: scappare” come riportato da Roberto Saviano su Repubblica. Scappano, sognando il Canada i primi, muore scappando e sognando l'Europa il povero Ani Guibahi Laurent Barthélémy, di appena 15 anni.
L’articolo di Saviano riporta la storia di altri giovani ragazzi, morti assiderati nella stessa maniera del bambino Ivoriano, ma la sensazione netta è che farà molto più scalpore “la fuga miliardaria” dei Reali d’Inghilterra, piuttosto che “la fuga letale” del piccolo.
Ma le due cose sono forse molto più correlate di quanto si pensa.
Potersi permettere di divorziare dal lusso, è ben diverso che divorziare dalla povertà e dalla morte.
Ma quanto del lusso dell’Impero Inglese è responsabile della disperazione di Popoli Africani? La storia insegna che l’imperialismo inglese ha segnato le sorti di tante colonie e dei loro abitanti. Fra i danni provocati alle colonie da parte dei conquistatori europei, figurano tragedie come schiavitù, segregazione, omicidi e depredazione, probabilmente tutte secondarie dello scramble for Africa (la corsa all'Africa), finalizzato a conquistare e presidiare i territori ed impedire ad essi di godere del libero mercato. Il meccanismo è molto ben spiegato dalla dottrina politica del “terzomondismo, secondo la quale il sottosviluppo dei Paesi del terzo mondo è un prodotto del colonialismo occidentale. Secondo questa idea, le antiche potenze coloniali sarebbero responsabili della povertà delle loro antiche colonie, nella misura in cui lo sfruttamento intensivo delle ricchezze e risorse naturali di queste ultime, non sarebbe servito a creare maggiore benessere e sviluppo nelle regioni occupate, ma avrebbe procurato benefici solo alle stesse nazioni colonizzatrici. I colonizzatori, prosciugarono le risorse naturali e provocarono seri problemi demografici, e avrebbero impedito ai popoli colonizzati di trovare una propria via allo sviluppo” (Wikipedia).
Alla fine, semplificando anche oltre misura, la fuga disperata di Ani Guibahi Laurent Barthélémy, morto assiderato, altro non è che effetto del fenomeno appena descritto, come anche il lusso della corte inglese, in maniera diametralmente opposta.
I reali d’Inghilterra, in fuga dal lusso, dovrebbero essere invitati ad agevolare la fuga di tanti bambini africani con le loro famiglie, da fame e guerra, almeno in piccola parte provocati anche dalla reale corte inglese. Ne dovrebbero imbarcare, tanti, ma tanti, sull’aereo dove viaggiano, che dovrebbe essere pigiato, come lo sono i camion che attraversano il Sahara, per ogni viaggio che faranno nella loro vita, andando da un continente all'altro, con tappa obbligatoria in un aeroporto africano. Il pegno dovrebbe essere poi di curarne l'accoglienza, di farli studiare, lavorare e diventare indipendenti: e sarebbe solo una piccolissima zattera in un oceano malvagio.
Linda Pasta