«No ai tentativi di far passare i contenuti della Riforma Moratti relativi al secondo ciclo della scuola e richiesta di abrogazione della legge di riforma della scuola (n. 53/03)».
Questa la posizione espressa dal Tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti” nell’ambito di una conferenza stampa-incontro che si è svolta presso il presidio del Tavolo in Piazza Montecitorio organizzata proprio per chiedere la sospensione del decreto in discussione alla VII Commissione della Camera sul riordino del secondo ciclo della scuola e sollecitare un’ampia consultazione nel Paese per individuare le linee di rilancio della scuola italiana.
Gran parte del mondo della scuola ha già bocciato la legge 53/2003. Basti pensare che il 78% delle scuole di base ha rifiutato di adottare il tutor così come previsto dalla legge 53, come ha rivelato l’ultima indagine presentata lo scorso 27 settembre da associazioni, sindacati e forze politiche aderenti al Tavolo “Fermiamo la Moratti”. Anche la maggioranza delle Regioni italiane hanno espresso profonde perplessità sull’impianto complessivo della Riforma Moratti per il secondo ciclo della scuola.
Il decreto prevede la separazione tra il sistema liceale e quello dell’istruzione e della formazione professionale, la scelta tra i due canali, che verrebbe effettuata a 12 anni e mezzo, senza un sufficiente consolidamento della personalità e delle competenze necessarie, rischia di essere condizionata dai contesti familiari, sociali, culturali di appartenenza. Lo schema di decreto afferma inoltre la possibilità teorica di passaggio reciproco tra liceo e istituto professionale, ma tutti sanno bene la differenza sociale che separa i due canali e non basta dichiarare la pari dignità dei due canali e la possibilità di passaggio da un canale all’altro per garantire la reversibilità delle scelte.
Le esigenze della società della conoscenza e dello sviluppo civile ed economico richiedono più cultura e più conoscenza. In un paese moderno tutti i cittadini hanno bisogno di rimanere quanto più possibile in un sistema scolastico per acquisire i saperi necessari ad esercitare il loro diritto di cittadinanza e sapersi orientare in una società sempre più complessa. C'è bisogno di innalzare l'obbligo scolastico subito.
«Aver abbassato l’età dell’obbligo ai 14 anni – hanno affermato i rappresentanti di “Fermiamo la Moratti” – va perciò in controtendenza rispetto alle esigenze strategiche del Paese e a quello che succede in tutti gli altri paesi europei. Si deve garantire ai ragazzi la capacità di continuare ad apprendere ed evolvere per tutto l’arco della vita, evitando che si affermi una dimensione meramente addestrativa dell’istruzione, finalizzata all’acquisizione di competenze spendibili solo nell’immediato lavorativo».
La società della conoscenza richiede inoltre un’organizzazione dei saperi in aree interdisciplinari che richiede una revisione profonda delle materie scolastiche che la Moratti non prevede. In particolare nell’ambito scientifico l’impostazione della Moratti risulta retrograda e inadeguata, incapace di sollecitare l’interesse e la curiosità degli studenti perché distante dalle sfide reali con cui nelle nostre società le scienze si stanno misurando e si dovranno misurare. Come per le indicazioni nazionali imposte per la scuola di base anche quelle per la scuola superiore sono espressione di una concezione vecchia e nozionistica della cultura e del ruolo della scuola.
Roma, 5 Ottobre 2005
(comunicato inviato da Giancarlo Sensalari)