Abbiamo messo in titolo il nome di una malattia sociale: l’ideologia. Non è comune chiamare malattia una modalità del pensiero. Possiamo dire, con buona approssimazione, che è prospettiva di ‘morte del pensiero’.
Sono notori tutti gli –ismi, che vengono considerati ‘modi di pensare’ più che modalità di ‘morte del pensiero’: teismo, comunismo, liberismo/liberalismo, socialismo, fascismo, radicalismo, laicismo (…ecco allignano spesso in Tellusfolio elementi di laicismo).
I modi di pensare o punti di vista non vengono visti come sistemi di morte del pensiero, rappresentazioni false della realtà se interi.
Se laicità è un modo di essere del pensiero normale, laicismo è la sua morte ovvero è una concezione del mondo estrema e falsa. Ideologia.
Nei giorni di celebrazione della shoah, il massacro, possiamo ricordare il razzismo, cioè l’idea che ogni umano vada catalogato per categoria di appartenenza di razza in quanto la razza sarebbe un criterio oggettivo significativo di ordine (superiore/inferiore). Si credette ad una Razza Superiore che poteva decidere del diritto a vivere o a morire di un’altra razza. Questa Razza Superiore ammazzò milioni di Ebrei, ma non ottenne la soluzione finale, cioè lo sterminio definitivo. Perse la guerra falsificando l’ideologia della Razza Superiore e addirittura dando prova di falso al concetto stesso di razza come categoria di un qualche valore.
Ricordo la shoah come esempio del destino che l’ideologia prospetta all’umanità tutta: la morte. Il teismo iranico nega la shoah.
L’ebraismo è un fatto sociale simmetrico in apparenza, ma identico nella sostanza; è un’altra ideologia capace di costruire il muro della vergogna che fa impallidire il muro del pianto.
Ogni pensiero abitudinario contiene elementi di ideologia, cioè di negazione della realtà in essere.
Ma non scrivo per esplorare cose in superficie e ben viste da tutti, quanto per mostrare come l’ideologia ammazzi il pensiero nell’antichismo oltre che nel confronto politico. A cinquant’anni dalla pubblicazione in Italia di Karl MANNHEIM, Ideologia e Utopia, Bologna, 1957 sento l’esigenza di rinnovare il suo pensiero. Se utopia è una visione del mondo futuro sulla quale possiamo convenire di voler vivere assieme, ideologia è una rappresentazione del mondo falsa e le ideologie ci allontanano dalla verità.
Una ideologia che non è morta assieme all’ideologia di razza è l’indoeuropeismo, cioè l’idea di sapere la verità sulle nostre origini.
–Ma questo delle radici indoeuropee è in tutti i nostri dizionari… in tutte le enciclopedie…! Non saranno mica tutti ideologizzati quelli che scrivono queste cose! Sono accademici di vaglia!–
No? Non sono ideologizzati perché, delegati dalla società a pensare non possono esser preda di ideologia? Ne siete sicuri?
Abbiamo parlato in Tellusfolio di Virgilio sacerdote etrusco, di Apuleio sacerdote gnostico di Iside. Ho avuto finora la injuria oblivionis. Ovvero: parla l’eccentrico; lasciamolo parlare nel nome della libertà ed occupiamoci d’altro.
C’è qualcuno che sarebbe disponibile all’ascolto di Kore come nome che prova la falsità linguistica dell’indoeuropeismo?
Carlo Forin