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Enrico Bernardini. Le migrazioni forzate in America Latina. Il caso venezuelano 
Recensione del volume “Crisis y migración de población venezolana. Entre la desprotección y la seguridad jurídica en Latinoamérica” a cura di Luciana Gandini, Fernando Lozano Ascencio, Victoria Prieto*
02 Dicembre 2019
 

Tra la fine del 2017 ed il 2018 molte persone lasciarono il Venezuela, tanto che si parlò di una vera e propria crisi migratoria, un esodo.

Il volume, a cura di Luciana Gandini, Fernando Lozano Ascencio, Victoria Prieto, si può inquadrare nel contesto generale degli studi dei movimenti di popolazioni che interessano l'America Latina infatti, tutti i Paesi che ne fanno parte, hanno attraversato, nel corso della loro storia, situazioni politiche, economiche, sociali ed ambientali che hanno provocato migrazioni forzate o meno: colpi di stato, conflitti armati, guerriglie, disastri naturali.

La ricerca coinvolge studiosi provenienti da 12 Paesi differenti, Venezuela compreso. L'impegno del gruppo di lavoro ha permesso sia un'esaustiva analisi delle caratteristiche dei Paesi ospitanti i migranti e le loro trasformazioni socio-economiche, sia ricavare una ampia gamma di testimonianze di venezuelani, veri protagonisti del lavoro.

Nel 2018 e nel 2019 nel contesto latino americano sono state pubblicate diverse opere dedicate alla crisi venezuelana, come quelle di Paéz (2015), Arellano (2018), Koechin e Eguren (2018), concentrate prevalentemente sulle cause, la fuga e l'esperienza del viaggio. Esse sono state utilizzate dei curatori per poter definire concettualmente la crisi venezuelana all'interno dell'ampio panorama delle migrazioni forzate e per poter meglio comprendere il fenomeno dello "spaesamento" dei migranti all'arrivo a destinazione.

Ma l'originalità dell'opera consiste nell'aver compiuto un passo successivo, ovvero aver analizzato le risposte che hanno dato i diversi Paesi dell'America Latina e dei Caraibi alla comunità venezuelana che è stata obbligata ad abbandonare il Paese.

Più specificatamente, il volume si sofferma sul quadro giuridico in materia di migrazioni (ordinario e straordinario) che ha permesso alla popolazione l'accesso a diverse tipologie di permesso di soggiorno (temporale o permanente) e a forme di protezione internazionale (domanda di asilo politico per ottenere lo status di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951). Inoltre, in generale, sono state indagate le opportunità lavorative nei Paesi ospitanti e le varie forme di assistenza sociale. La ricerca si è basata su più di 200 testimonianze di migranti venezuelani che hanno permesso di studiare e paragonare, non soltanto le opportunità e le restrizioni normative – pre-esistenti e nuove-in materia di migrazione, ma anche le conseguenze della loro attuazione (Gandini et al., 2019).

I risultati ottenuti derivano da uno studio di casi multipli dove si è privilegiato un approccio comparato e di tipo qualitativo. Benché siano state utilizzate diverse fonti bibliografiche per la rappresentazione e lo studio del fenomeno, il principale strumento per la raccolta e l'analisi delle informazioni è stata l'intervista semi-strutturata a venezuelani appena arrivati nei Paesi ospitanti. Infatti, soltanto con una ricerca di tipo qualitativo si possono conoscere le storie di vita delle persone ed ottenere informazioni che sfuggono al dato numerico della ricerca quantitativa.

I ricercatori sul campo hanno utilizzato la stessa griglia per le interviste semi-strutturate, realizzate in modo anonimo, ed il medesimo metodo di analisi. Sono stati così selezionati dei gruppi eterogenei: persone nate in Venezuela in analoga fascia di età ed equamente distribuite per genere e livello d'istruzione, con più di 20 anni, che emigrarono a partire da gennaio 2016 e che sono state almeno 6 mesi in un Paese di accoglienza.

Le nazioni che hanno ospitato i migranti, Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Repubblica Dominicana, Ecuador, Paraguay, Perú, Messico e Uruguay, sono diverse per inquadramento giuridico, livello di protezione sociale e Sviluppo Umano.

Il lavoro sul terreno, coordinato dalla Red Migrāre Migraciones y Movilidades, dal Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología (CONACYT) di Città del Messico e dal Seminario Universitario de Estudios sobre Desplazamiento Interno, Migración, Exilio y Repatriación (SUDIMER) della Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM), iniziò ad aprile 2018 e terminò a dicembre dello stesso anno, ha visto la partecipazione di una trentina di ricercatori ed un ventina di collaboratori, per un totale di cinquanta persone circa.

Il volume è articolato in 13 capitoli. Il primo capitolo, El éxodo venezolano: migración en contextos de crisis y respuestas de los países latinoamericanos (L'esodo venezuelano: migrazione in contesti di crisi e risposte dei Paesi latinoamericani), ha una doppia finalità: in primo luogo, delimita il campo di indagine indentificando la migrazione analizzata come una migrazione in un contesto di crisi e si pone come base e supporto per i successivi capitoli, sia per quando concerne il contesto sociale di partenza dei migranti, sia per quello di arrivo (Gandini et al., 2019). In secondo luogo, presenta una analisi sistematica comparativa dei Paesi ospitanti, concentrandosi prevalentemente sulle normative giuridiche in materia di accoglienza, sia quelle messe in atto in modo specifico per la popolazione venezuelana, si quelle già presenti nei Paesi e quelle inserite nel panorama più generale della domanda di asilo politico. L'analisi prospettica comparativa consente di individuare una serie di buone pratiche e risultati, nonché le sfide presenti e future per la gestione della migrazione nella Regione latinoamericana.

Il secondo capitolo, a cura di Anitza Freitez, intitolato Crisis humanitaria y migración forzada desde Venezuela (Crisi umanitaria e migrazione forzata dal Venezuela), è una parte cruciale del lavoro in cui il lettore prende coscienza del progressivo peggioramento delle condizioni socio-economiche del Venezuela che hanno portato ad inquadrare l'esodo progressivo della popolazione come “una migrazione in un contesto di crisi” (Gandini et al., 2019).

Il terzo e quarto capitolo analizzano la Colombia e il Brasile, rispettivamente i due principali Paesi di accoglienza frontaliera per la migrazione venezuelana. Il caso della Colombia è molto particolare, sia per la sua storia comune con il Venezuela in termini di migrazioni e spostamenti forzati, sia perché è un Paese all'avanguardia per l'accoglienza, in quanto ospita il 40% dell'emigrazione venezuelana in America Latina e nei Caraibi (R4V, 2019).

In Colombia, il flusso di venezuelani si combina con la migrazione di ritorno dei colombiani, con la mobilità “fisiologica” delle “famiglie miste” colombiano-venezuelane e con modelli storici di circolarità e mobilità su un confine estremamente permeabile.

Il Brasile è un altro contesto di accoglienza frontaliero. Come nel caso della Colombia, questo capitolo pone particolare accento sull'analisi del transito e sulle caratteristiche del viaggio stesso, in quanto entrambi sono destinazioni finali, ma anche territori di passaggio per il resto del flusso che continua verso il Sud o i Paesi andini (Gandini et al., 2019).

Il quinto e il sesto capitolo trattano dell'accoglienza del Perù e dell'Ecuador, dove risiedono quasi un terzo dei venezuelani emigrati dall'America Latina e dai Caraibi (R4V, 2019). Entrambi i Paesi non hanno recente esperienza d'immigrazione in generale e, nello specifico, di migrazioni forzate. Insieme alla Colombia, si può affermare che la loro risposta alla crisi è stata eccezionale, nel senso che sono stati elaborati dei quadri normativi più complessi per far fronte all'esodo della popolazione venezuelana (Ibidem).

Il settimo capitolo analizza la Bolivia come Paese ospitante. Questo capitolo rappresenta un nuovo contributo al trattamento dei contesti di accoglienza e costituisce uno dei primi approcci a un tema emergente e inatteso per gli studi sulle migrazioni in Bolivia, quasi sempre conosciuto come Paese di emigrazione e non di immigrazione.

I capitoli da otto a dieci sono dedicati rispettivamente ad Argentina, Cile e Uruguay. I casi dell'Argentina (capitolo 8) e del Cile (capitolo 9) sono unici per l'oscillazione della loro risposta, che si tinge di alti e bassi ideologizzati dai rapporti bilaterali con il Venezuela, nonché per le recenti battute d'arresto nell'attuazione di quadri normativi considerati consolidati.

Il decimo capitolo, dedicato al caso uruguaiano, riflette un contesto accogliente in cui la complessa governance è più stabile di quella degli altri Paesi presi in esame. Le ultime 3 parti del volume presentano i casi del Messico (capitolo 11), del Paraguay (capitolo 12) e della Repubblica Dominicana (capitolo 13). Insieme alla Bolivia e all'Uruguay, questi tre Paesi condividono la condizione di essere nuovi contesti di accoglienza per la migrazione venezuelana, il che li rende particolarmente interessanti per chi si occupa di migrazioni in America latina (Ibidem).

Gli anni 2000 sono stati segnati da migrazioni forzate che hanno determinato la mobilità di milioni di persone. Spesso i migranti, inizialmente, rimangono nel proprio stato cambiando Regione o città, altre volte invece cercano rifugio nei Paesi vicini o decidono di affrontare lunghi viaggi con la speranza di migliorare le condizioni di vita o, come nel caso dei venezuelani oggetto del volume analizzato, fuggono da un Paese in guerra, da persecuzioni politiche o da situazioni di violenza (Polluce, 2007). Sia che i profughi si appellino alla Convenzione di Ginevra del 1951 per cercare di ottenere lo status di rifugiato, sia che facciano parte della categoria dei migranti economici, quello che sappiamo è che le migrazioni certamente vanno regolate dalle politiche dei Paesi ospitanti, ma è impossibile fermarle perché, citando una celebre frase dello scrittore Pino Cacucci, “Le radici sono importanti nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove”.

 

Enrico Bernardini

 

 

Bibliografia

Arellano Á. (Ed.) (2018), Florecer lejos de casa. Testimonios de la Diáspora Latinoamericana, Montevideo, Fundación Konrad-Adenauer.

Gandini L., Ascencio F.L., Prieto V. (Eds.) (2019), Crisis y migración de población venezolana. Entre la desprotección y la seguridad jurídica en Latinoamérica, Universidad Nacional Autónoma de México, Città del Messico.*

Koechlin J., Y. Eguren, J. (2018), El éxodo venezolano: entre el exilio y la emigración, OBIMID, Lima.

Páez T. (2015), La voz de la diáspora venezolana, Catarata, Madrid.

Polluce F. (2007), Popoli in fuga. Geografia delle migrazioni forzate, Cuen, Napoli.

R4V-Plataforma de Coordinación para Refugiados y Migrantes de Venezuela (marzo 2019), América Latina y el Caribe, Refugiados y Migrantes Venezolanos en la región.

 

 

* In italiano “Crisi e migrazione della popolazione venezuelana. Tra mancanza di protezione e sicurezza giuridica in America Latina”, edito dall'Universidad Nacional Autónoma de México, Città del Messico, 2019. L'opera è liberamente scaricabile in versione digitale alla pagina delle edizioni dell'Università.


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