Pesaro, come tante altre città, non si lega e accorre in massa alla manifestazione delle sardine. In una piazza Lazzarini gremita, si sono visti tanti cartelli di protesta contro i partiti dell’odio, delle bugie e dell’arroganza. Immancabili le sardine in carta, cartone e anche stoffa, con gli slogan che si ripetono in ogni flash-mob di questa nuova realtà.
Bisogna essere sinceri: la grande novità, a Pesaro come in altri centri, non è venuta dai proclami politici, ma dai discorsi dei giovani e dei liberi pensatori, che sono accorsi a centinaia. Questa è la forza delle sardine, che di fatto non hanno leader né alcuna gerarchia: ognuna è parte di un flusso di idee che chiedono verità, libertà, giustizia sociale e dicono no al razzismo, all’omofobia, all’antisemitismo, alla politica delle fake news e della violenza, alla paura, alle armi.
Ai margini della piazza ho incontrato numerosi gay e lesbiche, con sardine arcobaleno, e profughi che ascoltavano in religioso silenzio le canzoni e i discorsi. Una ragazza, all’interno di un gruppo di studenti, ha detto la cosa più vicina agli ideali che ispirano questo nuovo pensiero che attraversa il paese: “Siamo sardine e siamo diverse dai politici”. È ciò che rispondo ai giovani quando mi chiedono cosa rappresenti il movimento delle sardine: è la riscoperta dell’importanza della società civile. Le sardine non possono diventare politica e, se lo faranno, perderanno la loro identità e somiglieranno a movimenti politici che abbiamo già visto, nati con tanto idealismo e naufragati poi nel pantano del compromesso. La società civile trascende la politica ed esprime nello stesso tempo un impulso al progresso morale e culturale della società, un’attenzione costante ai diritti delle minoranze e una rappresentazione inderogabile della libertà di cui l’essere umano ha bisogno. La società civile è unione di persone libere e generose, che desiderano allontanarsi insieme dalla barbarie e dalla chiusura del pensiero, per trasformare la collettività e diffondere uguaglianza.
Nelle città italiane, addentrandosi nello sterminato banco di sardine che riempiono le piazze, si avverte questa nuova energia, di cui ognuno è parte e che nessuno può – neanche volendolo – controllare. Il sano sviluppo di questa energia, se essa riuscirà ad esprimersi secondo la natura con cui è scaturita, produrrà nuove frontiere di conoscenza, aggregazione, intervento umanitario, unione di intenti. Cambierà irreversibilmente la politica rinunciando a farne parte. E illuminerà una strada che la società umana continua da secoli a intravvedere, ma che non riesce ad imboccare con determinazione, distratta dall’avidità, dall’egoismo, dall’odio, dalla paura. Su quella strada, buon viaggio, sardine!
Roberto Malini