Grande successo per la presentazione che il 16 novembre ha visto protagonista al SUPER, la Scuola Superiore di Arte Applicata del Castello Sforzesco di via Alex Visconti 18, l’antologia Milanesi per sempre (Edizioni della Sera, 2019) curata da Ileana Luongo.
L’evento, inserito nelle tante manifestazione di Book City, è stato introdotto dalla milanesissima Wilma De Angelis, famosa cantante, attrice e conduttrice televisiva (nonché interprete di Cecca quando… i Carnevali erano i Carnevali), che nella prefazione al libro ha scritto, rivolgendosi agli autori e i lettori: “Grazie a Voi ho avuto il modo di fare un salto indietro nel tempo e quanto ho vissuto e quanto abbia ricevuto dalla bella Milano. Con la certezza che una volta immersi nella lettura proverete sensazioni emozionanti”.
Non a caso, infatti, il sottotitolo di Milanesi per sempre è Viaggio emozionale nel cuore meneghino, che i ventisette scrittori hanno declinato in vari modi dando ai brani tagli autobiografici, storici o letterari. Durante l’incontro al SUPER, dopo la lettura di un breve stralcio gli autori hanno commentato il loro racconto. Così, si è potuto riflettere sulla Milano degli anni ’80 e quella di oggi con Milanomia di Daniela Bartoli; conoscere la storia di un ragioniere che nella sua casa del Giambellino trova un mosaico romano (Le terme, di Giulio Calegari); rivivere con Samantha Colombo il periodo Quando la canzone milanese cambiò il mondo con i suoi “magnifici sette” (Gaber, Della Mea, Fo, Jannacci, Strehler, Svampa e la Vanoni) e alcuni dei principali concerti che si sono tenuti in città (Davide Grassi, Milano i luoghi del Rock); assaporare (con l’immaginazione) il profumo di pollo che Dorando Giannasi (presente in sala) offre nel suo baracchino in piazza Buozzi grazie a Giallo Milano di Ileana Luongo; immergersi nell’atmosfera di Mediolanum con Raffaele Russo (Il volto dell’imperatore) e della peste manzoniana del 1630 con Verze, maiale e peyote di Gian Luca Tavecchia.
Alla presentazione è seguito un incontro dei partecipanti al Laboratorio Millefogli, condotto da Paola Jannelli, che ha proposto una lettura critica del testo alla presenza della curatrice e di alcuni autori dell’antologia. Tra i temi toccati, il principale è stato la tendenza di Milanesi per sempre a rivolgersi al passato più che al futuro della città, a mostrare una forte nostalgia. Oltre a un fatto generazionale (quasi tutti gli scrittori hanno dervì l’anta, come si dice in dialetto indicando persone che hanno superato i quarant’anni), gli autori presenti hanno spiegato come questo sentimento sia in realtà vivo a Milano già dalla seconda metà dell’800 (come testimoniato da Milanin Milanon di Emilio De Marchi), cioè da quando iniziò la sistematica distruzione della città vecchia poi proseguita in epoca fascista e dopo le bombe della Seconda Guerra Mondiale.
Una trasformazione, sospinta anche da una potente speculazione immobiliare che, in pratica, ha privato Milano di un vero centro storico e dei plurisecolari navigli, demolendo le case dove per secoli avevano abitato i ceti popolari per trasformare il cuore della città nel luogo della finanza e dell’imprenditoria. Tutto ciò, unito alla perdita del dialetto e di buona parte delle proprie tradizioni, avvenuta progressivamente a partire dal boom economico, ha inevitabilmente provocato un senso di vuoto, di mancanza di identità, di cui i milanesi non possono non soffrire a livello di coscienza (e inconscio) collettiva e che emerge chiaramente nel libro.
Del resto, questa proiezione verso la modernità e il futuro è quella caratteristica di Milano che l’ha portata a essere quella che è attualmente, una città attrattiva e l’unica veramente europea in Italia. Ma se ciò si fosse attuato con maggiore rispetto per il passato, sarebbe stato molto più costruttivo per tutti i milanesi.
Al dibattito è seguito un rinfresco in perfetto stile meneghino con gorgonzola e panettone, come è tipico del bellissimo Laboratorio Millefogli, che unisce il piacere della lettura a quello del gusto.