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Giuseppina Rando. Dialogo e ‘punti di vista’ 
A libro aperto: pensieri peregrini a sera… - 20
15 Novembre 2019
 

Il dialogo fin dall’inizio della Filosofia è stato considerato uno strumento prezioso della riflessione e della conoscenza.

Dialogo inteso come confronto e conversazione tra persone disposte a ragionare con spirito democratico.

Ai nostri giorni, purtroppo (si pensi ai talk show!), prevale l’urlato, l’eccitazione, l’insulto e si fa raro il confronto tranquillo. Discutere serenamente, argomentando e ascoltando le ragioni dell’altro spesso diventa impegnativo, faticoso e allora, erroneamente, ci si convince della forza delle proprie ragioni e si imbocca la via dell’aggressione verbale o, peggio, fisica.

In verità non esiste dialogo autentico se non sostenuto dal rispetto per le opinioni altrui, rispetto che dovrebbe essere parte integrante di ogni rapporto umano, nella convinzione che nessuno di noi possiede la Verità, ma solo una visione parziale del “tutto”.

Un proverbio mongolo recita: Un rospo che vive in fondo ad un pozzo giudica la vastità del cielo sulla base del bordo del pozzo. Una grande lezione.

Per molte persone il proprio angolo visuale è l’unica possibilità di interpretare tutta la realtà. Da qui la supponenza e la convinzione che la loro sia l’unica verità e contrastano altri punti di vista. Ma chi è così isolato nella propria autosufficienza non intende uscire dal proprio guscio, forse perché teme l’ampiezza degli orizzonti come è attestato da coloro che, ai giorni nostri, hanno paura di tutto ciò che diverso a livello etnico, sociale, culturale o religioso.

I nostri punti di vista sono semplici opinioni e non verità.

La verità è sempre oggettiva.

Jonathan Kleis, esponente della Chiesa Cristiana Evangelica, scrive:

l’idea della verità soggettiva considera la verità come una realtà determinata dal soggetto che la percepisce. In questo caso, la cosa che determina la realtà è la mia idea della realtà. Se la penso così, così è per me. Se tu la pensi diversamente, così è per te… Ad esempio se… Due persone che nello stesso momento devono decidere se attraversare la stessa strada o no stanno davanti a una realtà oggettiva. La realtà non può essere diversa in base alle loro idee. Forse una di loro pensa che ci siano delle macchine mentre l’altra pensa che non ci sia nessuna macchina. Ma la realtà della situazione non dipende dalle loro percezioni ma dalla situazione reale della strada. La verità non varia secondo le idee diverse delle due persone. La verità è oggettiva perché esiste indipendente da quelle due persone e sarebbe quella anche se tutte e due la negassero. Si può dire che la verità oggettiva è esclusiva perché esclude tutte le altre possibilità. Se la strada è piena di macchine, questo esclude la possibilità che non ci siano macchine. Se i funghi sono velenosi, questa verità esclude la possibilità che non siano velenosi e che vada bene mangiarli…

Mi piace richiamare anche un’affermazione della poetessa Ida Travi:

Penso che qualunque cosa, tutto, una volta enunciato, diventa appunto un enunciato e non è più la Verità. Penso che la Verità – quella con la maiuscola – non si possa dire...

Mentre lo scrittore, Premio Nobel, André Gide diceva: Credete a coloro che cercano la verità; dubitate di coloro che la trovano.

Oggi, invece, tutti sono convinti di conoscere e possedere la verità.

Siamo sommersi da parole e da individui che nei salotti televisivi esprimono le loro idee e le loro posizioni. Non assistiamo a dialoghi, ma a monologhi. Ciascuno vuole tenersi stretto il diritto di parola, esponendo e facendo valere il proprio punto di vista senza lasciare la possibilità all’interlocutore di far sentire la sua voce. Si finisce così per mantenere ognuno la propria posizione.

Nel dialogo vero e proprio, all'opposto, ci si deve confrontare perché tutti possano contribuire con le proprie idee a conseguire un avanzamento nella conoscenza e nella crescita.

 

Giuseppina Rando


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