Nel mese di settembre scorso camminavo in piazzale della Libertà, a Pesaro, vicino al mare, con Liliana Segre. Parlavamo di diritti umani, di giustizia, della necessità che ha la nostra società di ritrovare il sentiero smarrito dell'amore. Poi lei ha proseguito da sola la sua passeggiata, serena, come era giusto che fosse.
Oggi Liliana, la coraggiosa Liliana, la nostra amica, l'amica del bene, perde la sua libertà e la sua serenità, perché – a causa delle minacce dei razzisti, fomentate anche da figure istituzionali – è costretta a girare sotto scorta. Questa Italia che aggredisce i buoni e porta sugli altari i malvagi è atroce, grottesca, oscena e vile. Noi difensori dei diritti umani di EveryOne Group saremo sempre accanto a Liliana e agli altri testimoni e ai giusti e ai difensori dei diritti umani. E non siamo i soli, perché mi accorgo che da qualche tempo i giovani attivisti che incontrano Liliana, nelle sedi istituzionali o nei luoghi in cui si celebra la Memoria della Shoah, conservano sempre di lei un'impressione forte e indelebile. La testimone li ispira e infonde in loro un nuovo orgoglio, tanto che non è raro ritrovare le foto di quegli incontri nei siti personali degli attivisti o utilizzate come copertine delle loro pagine Facebook.
Conosco Liliana da tanti anni e sono convinto che ogni suo gesto, ogni sua parola siano ancora una guida, un insegnamento per chi percorre la difficile strada della giustizia sociale e della pace. Lei, che è sopravvissuta ad Auschwitz e ha dedicato la vita a insegnare la Shoah, riesce a vedere dove gli altri non vedono, nel solco che separa il passato dal futuro, un solco nel quale è necessario seminare con la forza e la determinazione dei giusti i semi di una rinnovata – e migliore – civiltà del futuro. Essere accanto a lei anche per un solo istante è un privilegio per chi si impegna per il cambiamento, per chi crede nella possibilità di un mondo di uguali.
Roberto Malini