Anna Marongiu nasce a Cagliari il 1° gennaio 1907 – muore il 30 luglio 1941 a Roma, è stata una pittrice, incisore e acquafortista di grande pregio e qualità. Sin dall’infanzia mostrò una spiccata vocazione artistica e una innata capacità espressiva. Studiò pittura con Coromaldie, contemporaneamente frequentò l’Accademia inglese in Roma, partecipando giovanissima a diverse esposizioni, con opere di varia tecnica e con disegni a penna.
Apprese da Carlo Alberto Petrucci, direttore della Calcografia di Stato, oggi Istituto Nazionale della Calcografia, la tecnica dell’incisione ad acquaforte, in cui doveva rivelare le sue qualità di artista. Alla ricchezza di fantasia accoppiava una perfezione grafica e una non comune vigoria di espressione dei sentimenti, da quello religioso a quello chimerico, dal drammatico all’umoristico.
Il Man di Nuoro le dedica la sua prima retrospettiva museale, curata da Luigi Fassi, nella consapevolezza che le voci del Novecento sardo sono grandi e meritano solide riscoperte.
In mostra tre cicli di illustrazioni letterarie che Marongiu produsse tra il 1926 e il 1930: Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, I promessi sposi di Alessandro Manzoni e Il Circolo Pickwick di Charles Dickens (che conta ben 262 tavole provenienti dal Charles Dickens museum).
Marongiu è abile nella satira e nella rappresentazione del grottesco. Talvolta le figure allungate inserite in cornici che richiamano Aubrey Beardsley, mentre altri disegni satirici meno estetizzanti non hanno nulla da invidiare a quelli di Daumiier e Grandville. In pieno regime fascista, una donna ha saputo utilizzare la letteratura per fare satira sociale, quasi arrivando a motteggiare l’arte romana antica, come accade nelle illustrazioni di Shakespeare, dove i personaggi mitologici presentano tratti e le movenze ben poco divine degli attori dell’età moderna.
La scelta della caricatura, nel campo dell’illustrazione non appare comunque casuale, e può essere considerata un fatto figurativo del tutto nuovo, nel contesto dell’arte più propriamente al femminile degli anni Trenta. Anche precedentemente, troviamo altre raccolte di illustrazioni relative al romanzo di Dickens, opera che ebbe grande fortuna ed ampia diffusione in tutta la cultura europea, sin dalla seconda metà dell’800.
Le maggiori caricature appartenevano allora al repertorio figurativo inglese che in fatto di humor vantava un’antica tradizione. Anna Marongiu guarda con attenzione ai maggiori contenuti dell’arte contemporanea europea, assimilandone i fatti culturali di rilievo. Affronta il tema della caricatura oltre gli schemi strettamente accademici, anzi getta le premesse per un’evoluzione che segnerà profondamente anche le successive esperienze.
Quest’artista rivede infatti le posizioni dei caricaturisti a lei contemporanei e di coloro che l’avevano preceduta, e riesce ad interpretare in modo quasi anticonvenzionale, un’opera letteraria. Il taglio umoristico di queste tavole, rispecchia quindi fedelmente quella caratterialità vivace, decisa, di forte temperamento che le era propria, riconducibile a tutta la sua produzione.
Volutamente, conduce un’accurata selezione nell’ambito delle tematiche del romanzo, fatto che risponde al tentativo di dare all’opera figurativa un senso interpretativo più ampio, sempre accanto alla valutazione critica del fenomeno letterario specifico.
L’ironia sull’uomo e la propria esistenza, si carica così di significati storici, che prendono corpo nei diversi personaggi principali. Questi producono a loro volta una dinamica di affetti e di sentimenti, diventando non soltanto delle semplici macchiette, ma anche, chiari esempi di umanità.
M.P.F.