È noto che il grande Leonardo da Vinci, di cui quest’anno si ricorda in tutto il mondo il 500° anniversario della morte, fu nel Lecchese, risalendo in Valchiavenna e poi in Valtellina, quando era al servizio degli Sforza di Milano con Ludovico il Moro. Rimane di questi suoi viaggi una testimonianza preziosa, costituita dai suoi appunti autografi, inseriti nel Codice Atlantico, che oggi si conserva alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Una raccolta di migliaia di disegni, progetti, brevetti, calcoli, ma anche – più raramente – di notizie sui luoghi da lui visitati.
Era il 1490, secondo la datazione oggi prevalentemente accolta, quando Leonardo scrisse le due pagine dello stesso foglio con appunti intitolati “Lago di Como” e comprendenti nell’ordine Valchiavenna, Valsassina, val Varrone, Bellagio, Valtellina, Bormio e ancora Valsassina. Si tratta di una cinquantina di righe, scritte da destra verso sinistra, come prevalentemente usava Leonardo, sotto forma di appunti, senza un preciso ordine.
Si tratta di materiale di grande interesse storico, che l’arch. Raouf Gharbia presenta in alcune decine di pannelli di notevole presa sul pubblico, allargandosi anche a scritti e disegni di altre raccolte di autografi leonardeschi, come il codice Windsor, custodito in Inghilterra.
Per la “Val di Ciavenna” e per la “Voltolina”, il genio rimase colpito dalle montagne sterili, altissime e terribili, coperte di abeti, larici, pini e popolate di daini, stambecchi, camosci e “terribili orsi”. Questi venivano catturati con delle trappole dalla gente del posto, che, ad uno come lui, uomo di collina, sembrò salirvi “a 4 piedi”, data la ripidità. Particolare attenzione riserva all’acqua e, dopo aver presentato la Mera “che mette in esso lago”, parla dei cormorani, questi uccelli d’acqua che qualcuno oggi vorrebbe giunti in valle recentemente! Non manca di annotare “le belle chadute d’acqua di 400 braccia, le quali fanno bel vedere”, riferendosi alle cascate dell’Acquafraggia a Piuro. Infatti dalla lunghezza indicata per la Valchiavenna (20 miglia) si desume che seguì la Mera fino a Villa, escludendo la valle Spluga. Parla anche della fluitazione, cioè del trasporto dei tronchi tagliati lungo il fiume e, insieme, osserva: “Truovasi di miglio in miglio bone osterie”. Poiché in nessun altro suo appunto se ne parla, essi sono molto probabilmente i crotti.
Sulla Valtellina, che “fa vini potenti e assai”, ma anche molto latte, prima di dare una specie di paniere con i prezzi dei prodotti alimentari più comuni, dal pane al vino, dalla vitella al sale, al burro e alle uova, parla dell’Adda, a dimostrazione della sua attenzione all’acqua, dove, fidandosi probabilmente di quanto riferitogli, fa nascere il fiume a 40 miglia da Bormio. Un errore, insieme a vari calcoli aritmetici che non tornano, che avvicina un po’ di più il genio a noi.
A Bormio dedica solo tre parole ai bagni, passando poi a parlare della fonte Pliniana presso Como, ma già, parlando della val d’Introzzo, aveva ricordato che su quelle nevi “piene sempre di neve” nascono gli ermellini.
I pannelli della mostra spaziano su tanti altri argomenti stimolanti e curiosi, da cui emergono i poliedrici interessi di questo grande toscano, che nel 1517 si trasferirà in Francia, morendo a 67 anni di età nel castello di Amboise.
La mostra, realizzata dall’arch. Raouf Gharbia e voluta dal Centro di studi storici valchiavennaschi, in collaborazione con il Comune, la Comunità montana e il C4, è allestita presso il salone di rappresentanza del palazzo Pestalozzi-Luna a Chiavenna e sarà inaugurata sabato 9 novembre alle 17 con visita guidata. Rimarrà aperta fino a domenica 8 dicembre, tutti i giorni dalle 14 alle 19. Al sabato, dalle 16 alle 19, si terranno visite guidate. L’ingresso è gratuito per tutti.
Sabato 23 novembre alle 17, nella sede della mostra, avrà luogo una conferenza a cura di Guido Scaramellini, Raouf Gharbia e Giancarlo Colombo.
Per le scuole, previa prenotazione (cssvalchiavenna@gmail.com, tel. 0343 35382) ci sarà la possibilità di visite guidate con mini laboratori (inchiostro, penna d’oca, calami ecc.) al mattino: di venerdì per le primarie e di sabato per le medie e superiori, previa prenotazione.
Cristian Copes