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Pavia Formaprima. Non poteva che disegnare la fantasia 
a cura di Barbarah Guglielmana
29 Ottobre 2019
 

Il senso del disegno lo fa chi lo guarda, con la sua interpretazione crea il senso a quella forma espressiva.

(Guido Scarabottolo)

 

 

Da vicino ho visto un illustratore: vestito di colori scuri, con le parole che uscivano dalla sua bocca come la carne consistente di un colore; l'ho anche sentito parlare del suo lavoro, del suo modo di rispondere alle richieste, nel suo modo pacato sottovoce quasi nascosto di interagire con il pubblico; l'ho ascoltato parlare della sua vasta conoscenza di musica libri e culture; della sua apertura alare ho visto la linea, pulita chiara svecchiata alleggerita, essenziale. Essenziale così come si impara andando in là con gli anni; non solo gli orpelli, ma sono i lobi a fare il bello di un orecchio! “Vado togliendo dal disegno” ha detto.

Guido Scarabottolo in mostra alla galleria FORMAPRIMA, a Pavia, dal 19 ottobre al 16 novembre, si è portato con diversi lavori, e alcune sculture: una umana con la testa arricchita di un volatile (e chi non si è visto riflesso?), ed un'altra con la testa staccata (e chi non si è visto riflesso??); e altri corpi, di colore, che disegnano copertine di libri, che si sposano a Szymborska, Stevenson, Pinocchio, a cataloghi per bimbi come Bestiario Accidentale e Viva il Mondo. Un taccuino, quello del grafico, alla Chatwin moderna. E disegni che alzano il nostro guardare e il nostro immaginare.

Ci sono anche lavori, in questa mostra dal titolo “Altri libri”, lineari, abbozzati, talvolta di una elementarità strana, forse questa è l'astrazione? Forse è l'aver capito che nella vita si contano davvero sulle mani le cose che contano. Colori pochi, il blu il rosso il nero l'arancione, i loro intrighi. Appesi libercoli dalle quasi infinite combinazioni: gli SCARABOOK: ...generati dall'accoppiamento orgiastico di 99 disegni, figli della curiosità e amanti della divagazione. (mi sono comprata il fiore blu!). Nella stessa mostra, i libri d'autore per collezionisti e appassionati: SMARRIMENTI (il lavoro dedicato alla Divina Commedia, alla terzina sulla via smarrita - in cui chi non si sente perso???), e VIAGGIO IN ISLANDA, entrambi pubblicati dalla casa editrice 'La Grande Illusion' di Giuseppe Zapelloni. Un connubio di interesse, tra l'editore e l'artista, il supporto e il supportato, l'involucro e il contenuto. Perché proprio quando sviluppa un progetto pensa ad un libro, non a un quadro, dice Scarabottolo, e per questo non può prescindere dal materiale atto ed adatto a quel contenerlo; da qui l'incontro che non poteva mancare con un editore che fa anche della forma e della presentazione una attenzione particolare, ed elegante. Viaggio in Islanda (il disegno del vulcano che parla e poi urla lo adoro più di tutti!) nasceva nel progetto Trento Film Festival, ospite era l'Islanda, a cui Scarabattolo aderisce in un viaggio immaginario, perché ci dice non ha mai messo piede in quella terra. Il viaggio si completa con le note scritte e suonate dal musicista Francesco Vara, in arte Altaj, che in un assolo malioso al vernissage ha rapito il pubblico catapultandolo direttamente in Islanda. L’opera musicale è un CD, distribuito col libro medesimo.

Quando gli propongono un lavoro dice 'ci penso questa notte', e l'indomani con la sua calma il suo tempo il suo nervo disteso traccia il nocciolo dell'idea, che nocciolo è, e oserei direi rimane. Scrive di lui la gallerista Giulia Marinoni Marabelli, entusiasta del suo ospite: «Usa matite, inchiostri e vecchi pennelli consumati, che fanno perdere il controllo del disegno, che non deve essere bello, né tantomeno verosimile».

E in un sabato di fine ottobre, nella splendida cornice di Formaprima, nei locali suggestivi e poetici di questa ospitale galleria, l'Illustratore, si è ripresentato al pubblico con il suo percorso di lavoro 'Dietro l'illustrazione'. Attraverso tappe, aneddoti, incontri, locandine per festival con idee magiche - che a vederle sono rimasta stupefatta e con una voglia matta di avere lo stesso guizzo! ha narrato la sua storia di comunicazione, fino ad arrivare alla suggestiva narrazione di un collage di autoritratti di persone provenienti da ogni dove del mondo, raccolti in un trait d'union. E ditemi se questo non è un messaggio chiaro...


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