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Anna Lanzetta. Cantar d’amore 
Il tocco sognante dell’amore nella poesia di Salvatore Di Giacomo
Umberto Mastroianni, ‘Farfalla notturna’, 1970 - incisione e tecnica mista su piombo, cm 25x35
Umberto Mastroianni, ‘Farfalla notturna’, 1970 - incisione e tecnica mista su piombo, cm 25x35 
18 Ottobre 2019
 

Napoli è un’armonia di colori e di profumi; è storia, è cultura, è arte in ogni strada e in ogni vicolo. Napoli, felice e armoniosa, custode di tesori e di misteri è melodia di suoni, di rumori e di schiamazzi. Napoli è il silenzio che si ascolta nelle poesie in musica dove il suono sposa l’arte nella creazione di quadri in cui è presente il tocco sognante dell’amore:

 

Palomma ‘e notte

 

La canzone “Palomma ‘e notte” nacque da una poesia di Salvatore Di Giacomo dedicata alla donna da lui amata: Elisa Avignano. Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26. «Salvatore era un bell’uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque, e tutto questo creava intorno alla sua persona un’aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa. Elisa era ’na giovane vestuta / cu ‘na vesta granata, auta e brunetta». Così dice Carlo Fedele, riportando un intervento di Raffaele La Capria sul Corriere della Sera di qualche anno fa. Elisa era per quei tempi una ragazza emancipata se ebbe l’ardire di scrivere al poeta una lettera: «Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com’è. È bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so… Sappiatela tutt’intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com’è sempre l’impeto dell’anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».

Il loro amore travolgente e passionale fu spesso ostacolato dalla madre di lui, alla quale il poeta era molto legato. Si sposarono nel 1916 ma il matrimonio fu spesso travagliato da accuse e litigi, alcuni provocati dalla stessa madre. Quando Di Giacomo morì il 5 aprile del 1934, Elisa impazzì dal dolore e distrusse tutte le lettere e le poesie che il marito le aveva scritto, ma per fortuna si dimenticò di un cassetto dove c’erano gli scritti che andavano dal 1906 al 1911. Grazie a quel cassetto e alle lettere in esso ritrovate, è stato possibile ricostruire la storia del loro amore e trovare questa poesia dai toni lievi, dolci e profondamente sentimentali che è diventata un classico della canzone napoletana. Il testo venne musicato nel 1907 da Francesco Buongiovanni.

Tiene mente 'sta palomma,/ comme gira, comm'avota, / comme torna n'ata vota / sta ceròggena a tentá! / Palummè' chist'è nu lume, / nun è rosa o giesummino... / e tu, a forza, ccá vicino / te vuó' mettere a vulá!... / Vatténn''a lloco! / Vatténne, pazzarella! / va', palummella e torna, / e torna a st'aria / accussí fresca e bella!... /'O bbi' ca i' pure / mm'abbaglio chianu chiano, / e che mm'abbrucio 'a mano / pe' te ne vulé cacciá?...

Carulí', pe' nu capriccio, / tu vuó' fá scuntento a n'ato... / e po' quanno ll'hê lassato, / tu, addu n'ato vuó' vulá... / Troppi core staje strignenno / cu sti mmane piccerelle; / ma fernisce ca sti scelle / pure tu te puó' abbruciá! / Vatténn''a lloco!

Torna, va', palomma 'e notte, / dint'a ll'ombra addó' si' nata... torna a st'aria 'mbarzamata / ca te sape cunzulá... / Dint''o scuro e pe' me sulo / 'sta cannela arde e se struje... / ma ch'ardesse a / tutt'e duje, / nun 'o ppòzzo suppurtá! / Vatténn''a lloco! (Di Giacomo – Buongiovanni)

Protagonista del testo è una farfalla che rischia di bruciarsi poiché si avvicina troppo al lume. Le analogie sono evidenti: anche il poeta resta abbagliato dalla fiamma della bellezza e per allontanare la farfalla-Elisa, proteggendola, finisce per bruciarsi.

La lettura diventa musica e la melodia si muta in espressione viva, nella ricerca di parole ad effetto dove l’arte entra a rappresentare magnificamente il tutto.

 

Salvatore Di Giacomo, Napoli, 1860-1934, poeta, drammaturgo e saggista. Autore di poesie in lingua napoletana, molte delle quali musicate. Insieme ad Ernesto Murolo, Libero Bovio e E. A. Mario è stato un notevole rappresentante dell’“epoca d’oro” della canzone napoletana.

 

Anna Lanzetta


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