Eugenio Scalfari ha scritto l’editoriale “Europa, quel nostro grande sogno che purtroppo non esiste più”.
Questo sogno che non esiste più sarebbe l’Europa. L’Europa non sta reagendo al genocidio curdo di Erdogan. Bene fa Scalfari a parlare di un sogno morto perché gli europei non reagiscono.
Io ti ringrazio, o Dio, di aver ispirato in Scalfari fiducia in papa Francesco –con cui chiude l’articolo–. Fagli vedere anche il leader del Pkk in carcere, Abdullah Öcalan, vero oppositore di Erdogan. Come hai fatto liberare Nelson Mandela, in carcere per razzismo, fa vedere Ocalan, in carcere per genocidio.
“Disarmare Erdogan” è appunto il titolo sbagliato di la Repubblica: l’armato ha il tempo di compiere il genocidio dei Curdi perché è già stato armato bene.
Registriamo meglio l’orizzonte dei fatti e la nuova prospettiva può farci reagire.
-Fermiamo il genocidio- è l’imperativo attuale ed il sogno può rinascere se gli europei sono vivi. I Turchi, responsabili del genocidio degli Armeni, stanno ripetendo la colpa contro i Curdi.
Se gli europei realizzano bene il fatto che l’Erdogan ha fatto la Repubblica presidenziale, cioè una democrazia autoritaria, e non sta chiudendo una questione politica interna con un’incursione bellica in Siria, ma sta sterminando i seguaci di Öcalan (lui adesso in carcere –colpevole il governo italiano di inizio millennio che glielo consegnò–) cioè i Curdi, allora il quadro da osservare cambia. Noi italiani possiamo redimerci del tradimento di Öcalan fatto dal nostro governo di circa vent’anni fa chiedendo agli europei di unirsi nel sogno dell’Europa con la cittadinanza unica dei 500.000.000 europei che non avranno paura del ricatto di Erdogan (–State quieti o mollo i milioni di siriani che trattengo perché voi mi dovete 3 miliardi–).
Dunque, l’Europa non sarebbe un sogno morto, ma un’utopia che si realizza nell’Europa dei cittadini. O facciamo così o siamo morti, come dice Scalfari.
Carlo Forin