Firenze – «In accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali, ho dato mandato di redigere una circolare che invitasse le scuole, pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico». È quanto scrive in un post su Facebook il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti (Cfr. Ansa).
Pur correndo il rischio di essere considerati bacchettoni, leccaculo e tutte l’armamentario linguistico che caratterizza il mondo studentesco quando ha a che fare nel rapporto con l’istituzione e gli insegnanti… non possiamo non stigmatizzare questa “disponibilità” del nostro ministro. La cosa non ha senso di per sé… Esiste, per la scuola, uno sciopero migliore di un altro, o un’assenza migliore di un’altra? Ovviamente no. Gli scioperi sono tali, così come le assenze. Ognuno ha i motivi che ritiene più opportuni per scioperare o per assentarsi. Questa è la scuola. Invece sembra che la si voglia, più di quanto già non lo sia, farla diventare sQuola.
Se il nostro ministro vuole sensibilizzare tutti gli studenti sul cambiamento climatico, e se ritiene giusta nei modi, nei tempi e nei contenuti la mobilitazione del 27 settembre, c’è un altro metodo, ligio al suo compito, anche politico: aderire allo sciopero, meglio se a farlo è tutto il governo, ma ci basterebbe anche solo il ministero di Fioramonti. E con l’adesione dare indicazioni su come, dove e perché questa giornata debba essere dedicata, anche con la “festa” a scuola, al cambiamento climatico.
Invece, ci ritroviamo, di fatto, anche se si parla di assenze individuali, con lo sciopero sponsorizzato dal soggetto che è oggetto dello stesso sciopero (non è contro l’immobilismo e il ritardo dei governi, lo sciopero del 27?)… perché non andare a scuola comporta un danno per la scuola stessa... scuole aperte, di fatto saranno senza studenti.
Queste cose crediamo che accadano perché, come dicono gli studenti, qualcuno ha voluto esser “figo” a spese dello Stato. Invece sarebbe proprio il caso che ognuno, ministero incluso, si fosse assunto le proprie responsabilità politiche e didattiche… per esempio: “27 settembre giornata nazionale contro il cambiamento climatico, con le scuole in funzione di informazione e confronto, all’interno e con l’aiuto dell’esterno”. Difficile?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc