L’umanizzazione del cane o la caninizzazione dell’uomo? L’asservimento a un’idea provocatoria e intellettualistica o una gran forma di rispetto verso esseri viventi che non siano umani? Un rispetto tale da comprenderli nella medesima famiglia estetica, etica e sociale?
Pensatela come volete e, assolutamente lecito, dubitate pure. Non poche potrebbero essere le critiche degli animalisti, cui l’artefice opporrebbe l’esempio della sua vita in comune con i cani. Oppure fatevi travolgere – l’altra chiave di lettura – dal travolgente spettacolo di questi splendidi esemplari canini, tutti Weimaraner, “declinati” in tutti i modi, fogge e forme dal celebre fotografo William Wegman. Cani in veste di attori – si direbbe – coscienti, quasi ironici nello sguardo soavemente “rassegnato”; non meri collettori delle voglie dell’artista-padrone (ma c’è veramente un padrone?); non passive icone per strappare facili consensi; non docili strumenti, (s)oggetto delle fotografie in polaroid formato giga, ma paritetici, dopo il pensiero, nel gesto creativo. Anche se rimane un tratto vagamente inquietante...
“Being Human” è la mostra allestita al LAC di Lugano sino al 6 gennaio 2020: decine di immagini fotografiche di grande valenza formale divise in svariate sezioni: Zoo e Masquerades, Vogue, Nudes, Hallucination, Cubists, Color fields, Sit/Stay. Composizioni che ricreano altri animali; strutture materiche per ricombinazioni astratte; dissolvenze fantasmatiche; giochi geometrici, equilibri, disequilibri, tensioni e cromatismi; improbabili e pur credibili esempi di alta moda; citazioni colte... Si tratta davvero di cani? Being Human – spiega il curatore della mostra William A. Ewing – suggerisce il contrario: questi soggetti siamo noi; noi siamo loro: la casalinga, l’astronauta, l’avvocato, il prete, il contadino, persino un... dog-sitter! Alcuni posano con orgoglio e sicurezza, altri manifestano incertezza o vulnerabilità: si tratta di esseri umani!
L’effetto è, come detto, spaesante. Epperò costringe a un supplemento di riflessione, il che non guasta mai. Eclettico, eccentrico, versatile è Wegman – pittore, fotografo e artista concettuale – capace anche di sperimentare come dimostrano i film da lui girati a partire dagli anni Settanta, cui è dedicata la parte finale dell’esposizione (fra surrealtà, psichedelia in bianco e nero e un nostalgico dadaismo).
E, a ogni modo, i Weimaraner sono incredibilmente dignitosi. E splendidi.
Alberto Figliolia
Being Human - William Wegman. Fino al 6 gennaio 2020. Museo d’arte della Svizzera Italiana-Lugano sede LAC. Piazza Bernardino Luini 6, CH-6901 Lugano.
Orari: mar-dom 10-18; gio aperto fino alle 20; lun chiuso.
Info: +41 (0)588664240, e-mail info@masilugano.ch.