Carissima U. von Der Leyen,1
che nobilmente (von) stringi stretto (y) il Signore (En) Dio (el) a circolo nel cognome,2
tu difendi lo stile di vita europeo con una scelta basata sui diritti di tutti, “uno stile di vita sinonimo di ascolto e confronto reciproco alla ricerca di soluzioni che rappresentino il bene comune”; insieme io corrispondo precisamente in unione con te e conto sulla tua attenzione.
Io godo che sia tu al governo della Commissione della Comunità europea con queste idee. Auspico che la “catena della libertà” degli Stati baltici incoroni il tuo bel volto e che gli altri Stati ti rafforzino nella guida con uno stile così gentile e ferreo.
Hai ragione: è uno stile affermato in molto tempo e a caro prezzo. Io, che ho 71 anni, l’ho goduto timoroso sempre che andasse in frantume. Qua, l’Italia che pur ti ha messo a fianco Gentiloni ed in presidenza del Parlamento Sassoli, continua a dar voce ad un nemico dell’Europa pacificatrice, prono a Mosca e ‘sovranista’. Noi non permetteremo che vinca. Confido in te.
“Le parole sono importantissime”, hai ragione. Bene fai a ricordare quelle dette da John Kennedy sull’unione. Io ti ricordo (da Vittorio Veneto dove cent’anni fa finì la prima guerra mondiale) che l’Unione degli Stati d’America è salda e recente, mentre quella degli Stati europei è fragile, recentissima e bisognosa del cemento della cittadinanza unica generale, che ti invito a mettere al primo posto nella tua agenda.
Ecco: questo è quanto un piccolissimo come me dà all’unione europea, da archeologo del linguaggio che s’illude di poter collaborare in qualche modo.
Ti ringrazio della tua lettera estremamente rasserenante ed auguro lunga vita al tuo governo,
Carlo Forin
Vittorio Veneto, Tv, 16 settembre 2019
1 Che ci hai scritto la lettera in la Repubblica del 16/09/19: 13.
2 Letto esattamente così in zumero.