“...i Promessi Sposi che hai letto tu... non sono i miei. Io ci avevo messo un casino di sangue, gente sbudellata... Poi, l’editore ha deciso che non si poteva, che il pubblico non era ancora pronto per quel genere di cose, e allora me l’ha ridotto a una schifezza d’amore... Sai come si chiamava la versione originale? - Fermo e Lucia? - Pasquale e Antonietta. - Non ci credo. - E allora domani ti porto il manoscritto, che ce l’ho a casa nel caso un giorno volessero pubblicarmelo...”
Me lo sono chiesta nel mentre della divertente presentazione che ne ha fatto del suo libro, nello spazio del Bacaro in Piazza Vittoria a Pavia, l'autore medesimo, Ciccio Rigoli, all'inizio di luglio. Sì, ho detto all'amica Mariarosa, come lo leggerebbe un azzardo simile un analista? Un libro in cui si narra che in una libreria i clienti sono Alessandro Manzoni, Carducci, Dante, Alda Merini, Wirginia Woolf, Saint-Exupéry, Salgari, Leopardi, John Fante e Truman Capote, Thomas Mann, Carver e Franz Kafka, che colloquiano con il nuovo assunto, la voce narrante, loro inseriti nel presente di oggi, svincolati da una educazione rigida, e lui fermo in un passato narrato in libri memorabili, in storie indimenticabili. Come lo leggerebbe? Invidia dei grandi, nostalgia degli studi, esercizio di stile, bisogno di stare in compagnia di chi compagnia ce ne ha fatta, e ce ne farà sempre?
Dice Massimo Recalcati: “I libri sono tagli nel corso delle nostre vite. Ogni incontro d’amore ha la sua natura traumatica del taglio. L’incontro con il libro è un incontro d'amore”.
La presentazione ha catturato il pubblico, Ciccio Rigoli ha nella sua verve il sangue caldo del sud, nella lingua e nelle mani con lo smalto nero la comunicabilità che appartiene a chi sa stare in mezzo alla gente, che la sa conquistare e far innamorare; sparando quasi tutte le cartucce del suo scritto ha tenuto gli spettatori attenti e curiosi allo stravolgimento della storia che conosciamo, che abbiamo dovuto studiare, facendone la caricatura dello scrittore e dei suoi personaggi, in un divertente trapasso. La risata, lo stupore, e lo scandalo erano visibili sulle espressione dei presenti.
È venuto naturale pensare a Le Beatrici di Stefano Benni, altra opera che esorcizza figure famigliari dei nostri studi, che abbiamo amato ed odiato, e che ad un certo punto decidiamo di ‘prendere in giro’, di farle diventare macchiette con cui scherzare, con cui esorcizzare.
E in Libreria Alessandria c’è l’amore per Silvia, che forse ha letto nella migliore delle ipotesi la biografia di Paulo Coelho; Dante con la tonaca rossa e una Beatrice canzonata “Che poi, se una non te l’ha mollata quando la descrivevi come tua guida nel Paradiso offrendole un ruolo di attrice protagonista e sostituendola a Virgilio nel momento più importante dell’opera fondamentale, quando dovrebbe concedersi a te?”; Giacomino morto per aver bevuto in sequenza del brodo di pollo bollente e una limonata fredda, dopo aver mangiato 3 pacchi di confetti di Sulmona; Proust risentito perché gli viene sempre regalata la scatola di madeleine e mai un pacco di Ore Liete Perugina! La poca simpatia malcelata per la rivisitata Alda Merini; Oscar Wilde che guadagna di che vivere sempre per i suoi aforismi; il Piccolo principe puzzolente con il cappello che ha mangiato un elefante; Salinger risentito con chi gli ha rubato il nome del suo libro come logo di una scuola! E poi ci sono i burrascosi americani e russi, Kerouac Bukovski Lev e Fedor, che si sfidano in uno scopone letterario ed alcolico.
E se fai lo sbaglio di leggerti il libro il giorno dopo la presentazione, perché sei curiosa anche di leggerlo, con la bella dedica che ti sei portata a casa! rischi però di ritrovare quasi tutti i frequentatori della Libreria Alessandria, che Rigoli ha presentato con trasporto quasi per interezza, e ne scopri forse due, tre anche che ancora non sapevi ci fossero, e per me è stata Virginia Woolf in una gita al Faro, che ho trovato di un divertente isterico, tanto che ho finito per leggerla a voce alta sulla spiaggia di Camogli, divertendo gran parte del pubblico. L'altra metà era in acqua!
“Io penso che la libreria ideale non debba avere clienti” con queste parole si presenta la visione dell’autore, con una critica aperta sulle librerie di oggi come catene di supermercati, e come carta stampata su ogni parola possibile decisa dall'editore. Come posti vuoti di parole s’oserebbe dire, con la necessità infine di far rivivere la famosa Biblioteca di Alessandria, rimettendo in vita gli spiriti, con il libro della loro vita.
Barbarah Guglielmana
Ciccio Rigoli, Libreria Alessandria
Blonk, 2013, € 9,99/€ 3,84