Con la grancassa contro la nomina di Sandro Gozi a consigliere degli affari europei del primo ministro francese, e la richiesta di Meloni e Di Maio di revocare all’ex sottosegretario agli esteri la cittadinanza italiana per presunte violazione degli interessi nazionali, si è superato un altro limite nel tentativo di smantellare lo stato di diritto in Italia e di distruggere il legame fra il nostro Paese e l’Unione europea.
Gozi, eletto parlamentare europeo nelle fila del partito di Macron (un abbozzo di quelle che dovrebbero divenire vere e proprie formazioni politiche transnazionali), è stato incaricato dal governo francese di occuparsi del processo di riforma dell’Ue, promesso dalla stessa neo presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Un ruolo prestigioso, al servizio dell’Europa intera e non di un singolo stato, di tutti i cittadini europei e non solo degli italiani.
Per questo Gozi è accusato in maniera totalmente infondata di tradire l’Italia da parte di coloro che sbraitano sui social e i propri giornali, salvo non partecipare alle riunioni europee per discutere le riforme, e imputare poi ai partner e all’Ue di non far nulla. Gozi invece è stato scelto proprio per dare vita ad un’Europa più vicina e attenta ai suoi cittadini, e in grado di evitare di essere messa da parte dalle potenze dominanti. È stato chiamato per contribuire a costruire quell’Europa forte e democratica che è vista come il fumo negli occhi dai “sovranisti”. Loro fingono di dimenticare che dal 1992, con l’entrata in vigore del trattato di Maastricht, le persone residenti negli stati membri dell’Ue sono automaticamente pure cittadini europei. Questo fatto, unito alla garanzia di libera circolazione sul territorio dell’Unione, è uno dei segnali che attestano come gli stati europei hanno imboccato un cammino irreversibile di profonda unità con interessi condivisi, e che il processo d’integrazione costituisce un punto di riferimento essenziale della politica di ciascun Paese.
E allora una domanda sorge spontanea: a chi sarebbe meglio revocare la cittadinanza italiana?
La risposta è fin troppo evidente e scontata.
Guido Monti
segretario della sezione “Ezio Vedovelli” Valtellina-Valchiavenna
del Movimento federalista europeo