Roma – Libera circolazione di persone, dei servizi, delle merci e dei capitali sono i quattro pilastri che hanno consentito all'Unione europea di essere una potenza economica che, pur rappresentando solo il 7% della popolazione mondiale, produce il 25% della ricchezza mondiale.
Purtroppo, nella difesa del proprio orticello, e a discapito degli interessi dei cittadini, sono state proposte normative, in sede comunitaria, che limitano fortemente il diritto alla libera circolazione dei servizi e, nel caso in questione, quello dei trasporti, sicchè, anche in vista delle elezioni europee scorse, per dare seguito a interessi di parte, il Parlamento europeo ha emendato in prima lettura, nel febbraio scorso, il testo proposto dalla Commissione relativo ai servizi di trasporto.
In sostanza, si abolisce la possibilità che un'impresa di trasporti possa ottenere concessioni su itinerari già utilizzati da un servizio pubblico. Per fare un esempio è come se si abolissero i treni di Italo, azienda privata, perché le tratte sono già servite da Trenitalia, azienda pubblica.
Chiediamo, quindi al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, di intervenire presso i deputati e le Commissioni competenti affinché siano abrogate le norme in contrasto con i principi fondanti della Unione europea.
È un primo passo per capire se il nuovo Parlamento europeo intende muoversi per una maggiore integrazione, oppure, vuole difendere gli interessi corporativi di qualche associazione di categoria.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc