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Il cammino della Storia/ Il “Diario” di Anne Frank 
di Stefano Bardi
24 Giugno 2019
 

Oggi più che mai viviamo all’interno di una Società dove il pericolo del Nazifascismo è sempre in agguato! Pericolo che giorno dopo giorno – purtroppo – si muove alla luce solare ed è peggiore del Fascismo storico fatto di discorsi, orazioni, lustrini, marce e parate militari. Un Nazifascismo quello odierno dai toni parlamentari e governativi che decide chi dobbiamo amare, che trasforma i migranti in carni da macellare, che abolisce la cannabis poiché è vista come droga, che vede la donna come una macchina sessuale, che vede l’aborto come un omicidio legalizzato, che ripudia l’Uomo e tanto altro ancora. Fenomeno questo che secondo me può essere combattuto solo in unica maniera, ovvero con il ricordo del passato per non ripetere nella Società odierna gli errori di una volta. Memoria, quella del passato, che deve essere recuperata sì attraverso i manuali di Storia, ma anche da altre fonti come per esempio le lettere, i disegni, i quaderni e i diari come per esempio il Diario. L’Alloggio segreto, 12 giugno 1942-1° agosto 1944 o più semplicemente Diario della deportata e scrittrice Annelies Marie Frank o più comunemente Anne Frank (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929 – Bergen-Belsen, febbraio/marzo 1945).

 

Preziosa, vitale e fondamentale testimonianza sul Nazifascismo e sulla clandestinità antifascista da parte degli ebrei, prima della loro deportazione nei Campi di Concentramento. Diario che dal 1964 ai giorni nostri è arrivato in varie edizioni e che riguarda, il periodo dal 12 giugno 1942 al 1° agosto 1944 per poi interrompersi a causa dell’arresto della famiglia Frank avvenuto il 4 agosto 1944 che comporterà la deportazione nei Campi di Concentramento di Westerbork, Auschwitz e infine Bergen-Belsen dove troverà la morte insieme alla sorella Margot a causa del tifo petecchiale.

Un diario concepito dalla sua giovane padrona, come un’intima amica alla quale confidare le sue più intime gioie e passioni, le sue lacrime più dolorose e strazianti, ma anche come un documento storico dal quale capiamo l’inizio della “fine” degli ebrei avvenuta il 10 maggio 1940 in cui vennero promulgati divieti contro il popolo giudaico costringendolo così all’emarginazione e alla clandestinità, all’interno della società in cui vivevano. Clandestinità che sarà caratterizzata dalla musica del silenzio, che è l’unica arma di difesa contro i Nazisti. Uno status sociale che costrinse Anne Frank e tutta la sua famiglia a precisi orari e momenti di convivialità, in modo così da non destare nessun sospetto al di fuori del loro alloggio segreto. Una condizione che portò una misera alimentazione e allo stesso tempo però la voglia, l’esigenza, la necessità di imparare quotidianamente cose nuove dai libri e dalla radio per poter combattere un giorno l’oscura orda nazista. Più precisamente la conoscenza e la luce spirituale da essa scaturita, sono le uniche chiavi per salvare gli Uomini dalla Storia e dalla Morte. Tema questo, che è ben applicato dalla Frank attraverso la sua penna stilografica concepita come uno strumento in grado di creare sagge parole e la sua funesta dipartita crematoria, è la medesima dipartita crematoria immaginata dalla giovane Anne Frank poiché trasformerebbe le sue ceneri, in importanti e vive memorie storiche per le generazioni che verranno dopo di lei.

Un diario, questo, dal quale viene fuori l’immagine di una giovane ragazza che non ebbe paura in nessun modo in quegli anni del dispotismo politico, etico, religioso, sociale, ma soprattutto viene fuori l’immagine di una giovane fanciulla che seppur priva della libertà e dell’umana convivialità, seppe vivere e resistere con il minimo giornaliero esistenziale.

Come detto da me all’inizio, la vita di Anne Frank e della sua sorella Margot terminò nel Campo di Concentramento di Bergen-Belsen sul quale dirò due parole… storiche. Il campo fu attivato già dal 1943 come prigione per carcerati bellici e negli anni a seguire come campo di sterminio per ebrei, criminali comuni, zingari, Testimoni di Geova, omosessuali e nel periodo che va dal 1943 al 1945 ci furono al suo interno 50.000 dipartite (35.000 solo di tifo). Campo quello di Bergen-Belsen diviso nel campo residenziale e nel campo di detenzione in cui c’era scarsità di cibo, scarsità di acque incontaminate e pessime condizioni socio-sanitarie che causarono pestilenze e denutrizioni di massa per oltre 18.000 prigionieri sepolti in fossi comuni, cremati sommariamente e messi uno sopra l’altro vicino al Campo di Concentramento. Un orrendo spettacolo visto dagli inglesi e dai canadesi, che liberarono il Campo di Concentramento di Bergen-Belsen il 15 aprile 1945.

 

 

Anne Frank, Diario. L’Alloggio segreto, 12 giugno 1942-1° agosto 1944, Einaudi, Torino, 1993


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