È iniziata la stagione dei festival jazz estivi ed Enrico Bettinello su Il Giornale della Musica traccia un equilibrato (e pacato nei toni) elenco dei dieci migliori a suo giudizio. A mia volta vorrei integrare l’articolo con l’aggiunta di Ambria Jazz, prezioso festival di una provincia, quella di Sondrio, che è seconda solo a Treviso nel plebiscito bulgaro a favore della Lega nelle recenti elezioni europee.
Ed è evidente che in una terra che per decenni è stata bianca ed ora, con la stessa disinvoltura, è diventata verde, la musica afro americana non è proprio il pane della casa. Proporre cultura è diventato gesto eroico ormai nel nostro paese, ma lo è ancora di più qui, nel profondo nord, dove anche le associazioni storiche che per un quarto di secolo hanno proposto musiche fuori dagli schemi coro/banda hanno dovuto sventolare bandiera bianca.
Mi riferisco alla notizia della chiusura dell’esperienza di Quadrato Magico, che è indubbiamente un duro colpo per gli appassionati di musica di qualità. Nei ventiquattro anni di attività il gruppo di amici di Cosio ha sfornato una serie di proposte di artisti di altissimo livello che diversamente ben difficilmente sarebbero approdati nei nostri lidi.
In provincia, al di là delle meritorie manifestazioni coristiche e di musica classica, rimane ben poco per gli appassionati di musiche contemporanee: teniamoci ben stretto quel piccolo gioiello che è Ambria Jazz.
L’Associazione AmbriaJazz propone per il mese di luglio 2019 un festival musicale che si sviluppa su tutto il territorio provinciale coinvolgendo numerosi enti locali ed itituzionali, associazioni, consorzi ma anche sponsor ed operatori pubblici e privati con cui collabora alla realizzazione degli eventi in tutta la Provincia di Sondrio, stimolando la partecipazione attiva della comunità.
La collaborazione con numerosi altri Festival italiani consente una attenta e puntuale selezione musicale. I concerti proposti guardano alla musica contemporanea e popolare di qualità con particolare attenzione alle proposte di giovani musicisti (circa un terzo sono under 30) e nuove formazioni provenienti da tutta Italia e dall’Estero.
Questa edizione del Festival porta artisti selezionati con estrema attenzione dal panorama Jazz italiano, grande attenzione è verso giovani emergenti come Jacopo Ferrazza, Enrico Zanisi, Francesco Diodati, Valerio Vantaggio, Stefano Carbonelli, Stefano Tamborrino che non passano inosservati alle orecchie degli appassionati; spazio alle donne in progetti di tutto rispetto come quello di Ada Montellanico che vuole accanto il caro amico Michel Godard, la francese Leila Martial ma anche Ludovica Manzo ed Alessandra Bossa con la loro proposta O’Jana.
Naturalmente non mancano grandi nomi come gli italiani Fabrizio Bosso e Raffaele Casarano e due stranieri da brivido quali Grant Stewart e Gregory Privat.
Interessante la residenza artistica capitanata da Marcello Alulli con Enrico Zanisi, Jacopo Ferrazza e Valerio Vantaggio insieme alla performer Sophia Zaccaron ed al fotografo valtellinese Alaios Borinelli, a loro il compito di sviluppare la parte artistica del tema su cui è costruito tutto il Festival del 2019: “4 Elementi in Musica”. Un tema che attraverso la cultura conduce oltre, verso la sensibilità che ognuno di noi potrà sviluppare su tematiche sociali ambientali culturali.
Roberto Dell’Ava
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