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Fitologia. Radici a fittone e radici fascicolate
20 Gennaio 2007
 

Quota periscopio…

Natale caldo nel Belpaese…

«L'apparato radicale non si presenta uguale in tutte le piante: in alcuni casi penetra nel terreno un robusto asse sviluppato verticalmente da cui emergono esili ramificazioni laterali, in questi casi si parla di radice a fittone (carota). Altre volte invece non vi è una radice più sviluppata delle altre e troviamo invece un fascio di radici, di uguale grossezza che si staccano tutte dalla medesima zona: in questi casi si parla di radici fascicolate (questo tipo di apparato radicale è tipico di molte graminacee)».

Lo studio della fitologia, soprattutto nel Belpaese, è, oggi, particolarmente seguito, anzi, a volte sollecita vere e proprie passioni; misteriosamente, però, tale studio ha come oggetto solo la parte oscura, sotterranea, plutoniana: quella delle radici, spesso chiamate culturali. Pochissimi (forse nessuno?) alza più la sua attenzione verso l’alto, verso i rami, i germogli, le foglie, i fiori, i colori che spiccano con il loro cromatismo contro la volta azzurra del cielo percorso dal candore delle nubi, cromatismi che si riproducono negli splendori affascinanti delle stelle e delle galassie dell’Universo.

Questa particolare attenzione al sotterraneo è ben evidenziata addirittura dai colori predominanti nella moda, abbigliamento e carrozzeria delle auto: ormai anche se osserviamo un parcheggio non noteremo altro che una distesa di grigi, bianchi, neri… magari metallizzati, ma sempre e solo rocce, ghiaie e carbone (elementi plutoniani), se ci muoviamo tra la folla, e in questo periodo di cerimonie sacrificali al dio consumo ci può accadere spesso, osserveremo fette di umanità invariabilmente abbigliate in nero, marrone, ocra… magari anche elegantemente o in modo supposto tale, ma sempre e solo carbone, terra, fango, humus… (elementi plutoniani).

Riflettendo, però, questo fenomeno illumina veramente la situazione storica in cui viviamo, sembra proprio che la forza di gravità abbia stravinto e ciò che si spingeva verso l’alto, o che agognava all’alto, ora non ha più la forza d’innalzarsi e tristemente scivoli verso il basso e sprofondi in esso.

Anni fa le auto, forse molto più inquinanti delle attuali, avevano colori più luminosi, addirittura a volte erano decorate anche con veri e propri dipinti, da noi realizzati da Alex Mozart artista triestino residente a Sondrio, l’abbigliamento, soprattutto femminile, era molto più colorato, in certi periodi coloratissimo e allegro, solare.

L’attenzione era fissata verso l’alto, le notizie, anche le più piccole, che provenivano da lassù magnetizzavano l’attenzione generale, lo Spazio era la nuova frontiera, non frontiera di guerra come lo vogliono rendere oggi i cesari del pianeta, ma frontiera di conoscenze e di avventura, forse sogno, forse realtà.

La televisione riempiva i telegiornali delle imprese degli astronauti, interrompeva le trasmissioni per il lancio di un Saturno, oggi tutto ciò non accade più, anzi neppure le ricche informazioni, spessissimo caratterizzate da affascinanti e incredibili immagini, che una miriade di satelliti e apparecchiature ci forniscono, diventano notizie da dare nei telegiornali.

In quegli anni l’editoria faceva affari anche con i romanzi di fantascienza, numerose case editrici avevano sviluppato collane di tale letteratura, tutti i bambini erano amici di E.T.; oggi fanno affari i romanzi di anatomia forense e i bambini sono spettatori di C.S.I.

Ma torniamo alla fitologia…

Natale caldo, non solo per il clima, ma anche a causa degli appassionati di fitologia che agitano minacciosamente le loro radici, tutte a fittone, carote.

Avviene così, come tutti gli anni da qualche tempo ad oggi, in molte scuole pubbliche (laiche?), non in tutte, che l’insegnamento della religione cattolica tracimi e invece di essere dispensato nelle ore canoniche (IRC), agli alunni i cui genitori hanno scelto di avvalersene, pervada ogni attività e tempo della didattica e dell’educazione coinvolgendo anche quegli alunni che non se ne avvalgono.

Tutto ciò avviene tra il tripudio di insegnanti (che segnano dentro) missionari e genitori romantici che vogliono tornar bambini, ma nell’ansia di genitori che, pur essendo cittadini, non vedono riconosciuta quella laicità che dovrebbe garantire tutti. E, alcuni di questi ultimi, chiedono giustizia ed esprimono le loro perplessità e il loro disagio agli organi dirigenti di tali scuole pubbliche… ed ecco qui aprirsi a loro spettacolari serre dedicate all’approfondimento della fitologia, la fitologia plutoniana quella delle radici a fittone, le carote insomma.

Tali organi dirigenti, con la certezza dovuta alla saggezza accumulata negli approfonditi, parola evocatrice in questo caso, studi fitologici, spiegano ai genitori interlocutori che in realtà coloro che errano sono loro poiché non hanno ancora capito che la nostra cultura ha una radice sola, quella cattolica e che solo questa radice dà significato alla storia, all’arte, alla filosofia, alla cultura insomma.

Il non accettare ciò significa solo voler isolare i loro stessi figli dalla grande famiglia degli studiosi della CAROTA. E… questa carota, da allegra verdura colorata, comincia a ingrigire e ad assumere un atteggiamento piuttosto minaccioso… (eh, il bastone e la carota, forse meglio il bastone… la carota preoccupa un po’…).

Ma… forse è ora, per questi genitori, di abbandonare l’ammirazione di ciò che sta in alto, di ciò che nuovamente germoglia, di ciò che si unisce e trasforma, di ciò che fiorisce e dà frutti nuovi e se liberi, forse meravigliosi, e, purtroppo, farsi vincere dalla forza di gravità e dedicarsi allo studio della fitologia plutoniana e scoprire così che esistono anche le radici fascicolate, come quelle della segale, un fascio di radici, di uguale grossezza e quindi non solo cattoliche, ma africane, indoeuropee, classiche (greco-romane), giudaico-cristiane, arabe… e chi più ne ha ne metta, ma, soprattutto per una società democratica e non monarchico-assolutistica, illuministe a garanzia della libertà, della dignità e del rispetto di tutti, come dice uno dei frutti dell’Illuminismo, la Costituzione della Repubblica Italiana, e come ribadiscono ulteriori frutti, le sentenze della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, quando affermano che:

«Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale… Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai Patti lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano…» (Corte Costituzionale n. 203 1989).

«…che in nessun caso il compimento di atti appartenenti, nella loro essenza, alla sfera della religione possa essere l'oggetto di prescrizioni obbligatorie derivanti dall'ordinamento giuridico dello Stato…» (Corte Costituzionale n. 334 1996).

«Il superamento della contrapposizione fra la religione cattolica, "sola religione dello Stato", e gli altri culti "ammessi"… renderebbe, infatti, ormai inaccettabile ogni tipo di discriminazione che si basasse soltanto sul maggiore o minore numero degli appartenenti alle varie confessioni religiose…». «…oggi la nostra comunità nazionale, nella quale hanno da convivere fedi, culture e tradizioni diverse». (Corte Costituzionale n. 440 1995).

Altri fruttini, le leggi che regolamentano i rapporti tra la Repubblica e altre religioni (Ebrei, Valdesi, ecc.) chiamate Intese dicono: «…in ogni caso non possono essere richiesti agli alunni pratiche religiose o atti di culto», inoltre «l’insegnamento religioso non abbia luogo secondo orari o modalità che abbiano per gli alunni effetti comunque discriminanti e che non siano previste forme d’insegnamento religioso d i f f u s e nello svolgimento dei programmi d’altre discipline» e se tutte le religioni nel Belpaese sono uguali, ciò vale per tutti.

Abbandoniamo, allora, la carota, certamente più suadente, in apparenza… e riscopriamo l’umile segale, d’altra parte non è una colonna delle nostre tradizioni?… pan de sigal, luganega e ‘n bicer de quel bün! AD MAIORA…

Immersione rapida…

che la segale blocchi

lo sviluppo dell’uovo?!

Nemo

(da 'l Gazetin, gennaio 2007)*

 

 

* Cogliamo l'occasione della pubblicazione del pezzo sul giornale web per scusarci, almeno con l'autore (non possiamo purtroppo invece farlo con i lettori della sola edizione cartacea), di uno stranissimo inconveniente tipografico che ha brutalmente stralciato dal testo alcune righe rendendo incomprensibile un intero periodo. - Red.


 
 
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TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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