Roma – Appena varcata la soglia del Parlamento europeo, gli eletti dovrebbero pensare europeo, cioè ritenersi portatori di un mandato che considera l'Unione europea come punto di riferimento delle proprie attività istituzionali.
Sappiamo bene che non sempre è stato così.
Le tentazioni nazionalistiche, rappresentate in seno al Consiglio europeo, costituito dai capi di Stato e di governo, hanno frenato il processo di integrazione che deve essere perseguito con costanza e lungimiranza: occorre trasferire il potere legislativo al Parlamento europeo e quello esecutivo alla Commissione.
Oggi il Parlamento europeo è costituito dalla stragrande maggioranza di forze europeiste. È un buon inizio.
L'Italia rappresenta una eccezione in questo contesto.
È stata pressata dal problema immigrazione ed è stata lasciata sola, in primis proprio da quei Paesi ritenuti sovranisti (es. l'Ungheria di Orban) che non hanno accettato la ricollocazione degli immigrati. Ora, con il problema migranti divenuto residuale, occorre affrontare altre difficoltà e le esercitazioni muscolari e i “me ne frego” lasciano il tempo che trovano; né vale paventare il complotto di “qualcuno” contro l'Italia, come racconta il vicepremier Salvini. I mercati hanno una logica razionale: se sei inaffidabile, sei rischioso.
Prima Salvini lo capirà, meglio sarà per gli italiani.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc