Grande successo per La madre e il principe, spettacolo teatrale liberamente tratto dalla novella “Il figlio cambiato” di Pirandello per la compagnia Piccolo Teatro delle Valli, andato in scena sabato 13 aprile, alle ore 20:30, nell’Auditorium in S.Antonio in Morbegno pieno fino alle ultime file, con la regia di Romano Davare. Questa rappresentazione teatrale è stata “la prova finale” della seconda edizione del corso di recitazione “Leggere, comunicare, interpretare” che ha visto tra le file dei corsisti pittori, poeti, cantanti e gente dalle più svariate esperienze lavorative e artistiche, che hanno intrapreso un percorso che li ha visti trovarsi tutti i lunedì proprio nell’Auditorium S.Antonio in Morbegno, grazie alla collaborazione con il Laboratorio Poetico di E’Valtellina.
«Questi progetto di “lettura e recitazione” voluto da È-Valtellina e portato avanti grazie al sostegno logistico di Paola Mara De Maestri», dichiara Davare, «mi ha regalato quasi due anni di incontri settimanali che hanno lasciato in me un arricchimento sia artistico che umano. La fattiva collaborazione di Gina Grechi che aveva già recitato con il Piccolo Teatro delle Valli ed è un elemento attivo del laboratorio poetico di È-Valtellina mi è stata essenziale sul piano relazionale. Aver potuto lavorare su di un palcoscenico come quello dell'auditorium è stato fondamentale. Il grande Verdi quando gli chiedevano il parere su di una scena rispondeva: “Proviamolo in teatro”. Impagabile la risposta propositiva e spesso artisticamente complementare degli elementi del gruppo. Un grazie a tutti, soprattutto per l'affetto che ho ricevuto».
Come in tutti i laboratori, la conclusione non poteva essere che una “prova”. Nel caso specifico uno spettacolo. La prevalenza di donne non permetteva molta scelta. La drammaturgia presenta quasi esclusivamente commedie e drammi dove sono prevalenti le parti maschili. Fa in parte eccezione Pirandello che ha scritto ben quattro commedie: Liolà, La vita che ti diedi, L'altro figlio e, appunto, La favola del figlio cambiato, con prevalenza di ruoli femminili. Ma occorreva che i dialoghi presentassero un ritmo poetico. Così la scelta è caduta sul Figlio cambiato. Ovviamente il testo è stato rivisto e adattato alle esigenze degli interpreti. In quanto ai commenti musicali non si è tenuto conto delle musiche originali, ma si è ricorso a brani noti, anche moderni (vedi Caruso di Dalla).
«Farò tesoro di questa coinvolgente esperienza, a livello umano e artistico», dichiara Paola Mara De Maestri, poetessa e responsabile del Laboratorio Poetico. «Ho sostenuto questo progetto come associazione ed ho partecipato finchè ho potuto come corsista, in quanto ho creduto, come poi si è rivelato, che questo corso potesse rivelarsi prezioso per chi come me quotidianamente si trova a dover leggere testi sia come insegnante sia come poetessa, per migliorare la capacità espressiva con un’importante ricaduta comunicativa. Ringrazio fortemente Romano Davare e Gina Grechi per la passione e la costanza, di cui sono stati maestri, dimostrati in questa iniziativa».
Nel corso di questi due anni si sono alternati numerosi corsisti, tra cui anche Anna Barolo. Quelli che sono arrivati 'in finale' e sono quindi andati in scena sono: Gina Grechi (la madre), Aronne Dell’Oca (Il Principe), Luca Romano (Il figlio), Teresita Castagna (Vanna Scoma), Margherita Fortunato (La contessa / La padrona del bar), Angelisa Fiorini (cantastorie, chantosa), Patrizia Pasina (La governante / una madre), Lucia Fognini (una donna), Veronica Patetta, Simona Rovedatti, Michela Gandossini (Le ragazze del bar), Franco Balzazzi (Saro / Ambasciatore), Andrea Raiti (Nando / Podestà). Lo spettacolo ha visto l’accompagnamento musicale di Bart La Face.
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