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Vicenza. Si rimpiange il Craxi di Sigonella 
La presa in giro del Governo è troppo forte, immotivata e su materia grave
19 Gennaio 2007
 
Il guaio peggiore della faccenda Aeroporto Dal Molin è che rompe clamorosamente il vincolo di fiducia tra governo, sua maggioranza parlamentare e suo elettorato, e non su questioni di "stile" (comunicazione non gradevole, errori di presentazione e di linguaggio ecc. ecc.) o su scelte aspre e difficili (pensioni precariato ricerca diritti civili ecc.), ma su valori di fondo, gestiti con una mediocre furberia. La furberia è una forma molto minore di intelligenza e a Prodi per solito si riconosce una buona intelligenza e una ottima preparazione e informazione specifica. La sua immagine è piuttosto di persona innocente e non doppia, la doppiezza fu scelta come grande qualità politica in altra area: Togliatti ne fece il suo capolavoro. Qualità politica che non va valutata moralisticamente, non fu infatti una piccola furberia usata a fini di proprio vantaggio personale.
Questa volta Prodi mostra un volto che non gli si conosceva: più volte ai parlamentari è stato fatto arrivare il messaggio, che la cosa non era stata decisa e che si sarebbe stati consultati, che un passaggio istituzionale ci sarebbe stato. Inoltre ciò che è stato accumulato di informazione nei mesi della lotta (cominciata la scorsa estate e culminata nella grande manifestazione popolare di dicembre) era che non vi fossero carte impegnative e che si era trattato di un accordo a voce tra Berlusconi e Bush a seguito del fatto che la Germania aveva chiesto (e ottenuto) che si levasse dal suo territorio un aeroporto militare statunitense e che gli USA chiedevano al governo "pronto a tutto" dell'Italia di metterlo in casa nostra. Si tratta di una operazione lesiva della nostra sovranità, e che rende molto più incerta la nostra sicurezza, dato che dal nostro territorio, senza che nemmeno siamo avvisati, e meno che mai richiesti di parere, potrebbero levarsi aerei che vadano a bombardare –ad esempio– l'Iran: e se dall'Iran venissero risposte militari o terroristiche, potremmo sostenere che non ne sapevamo nulla?
Si rimpiange il Craxi di Sigonella.
Invece si viene informati tardivamente e in forma impropria, che la cosa è già stata decisa e non si discute: Prodi non si è messo nemmeno d'accordo con la Difesa, che il giorno dopo sosteneva che comunque con un referendum si poteva ancora riaprire la faccenda. Tutta una gestione extraistituzionale, da cui si ricava che la nostra sovranità è molto limitata, se offerte di altri terreni sono state rifiutate dall'ambasciatore (?): ciò che è avvenuto non si può chiamare trattativa ma Diktat, né prendere in giro più di un centinaio di deputati che si erano motivatamente espressi contro l'assurda decisione.
Invece sì.
D'ora in avanti non sarà più possibile presumere una fiducia di base. Su ogni cosa bisognerà chiedere affermazioni precise e scritte, dai seminari si uscirà solo con affermazioni sottoscritte e controllate, non un bel rapporto. Ma non si può fare diversamente, la presa in giro è troppo forte immotivata e su materia grave.
Che fare? si può comunque organizzare un referendum serio come le primarie, con controlli precisi e osservatori, valido come sondaggio politico reale.
L'altra cosa è organizzare anche sul dal Molin una iniziativa come quella che un gruppo di cittadini/e ha assunto a Pordenone a proposito della violazione di sovranità rappresentata da Aviano: è stato denunciato il governo degli USA in proposito, dopo che una sentenza della Cassazione ammette che un cittadino può motivatamente querelare il governo di un altro paese, appunto per violazione della sovranità. Ricordo che la nostra Costituzione consente rinunce a porzioni di sovranità, ma solo con reciprocità: non si tratta il Dal Molin: contro l'Afghanistan: questo si chiama voto di scambio ed è un reato. Reciprocità sarebbe di pretendere dagli USA, in cambio di cessione di una porzione di sovranità territoriale, che mollino il militare che ha ucciso Calipari. O no?
Il comitato di Pordenone aveva presentato la denuncia già sotto il governo Berlusconi, che però l'aveva messa in un cassetto e non fatta procedere: è stata ritirata fuori, consegnata e adesso il governo USA ha accusato ricevuta della denuncia, l'udienza è fissata a Pordenone il 23 marzo 2007. Facciamo lo stesso per Vicenza? È una proposta.
 
Lidia Menapace

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