Come ogni anno, il 21 marzo segna l’inizio della Primavera, stagione della rinascita, e si celebra la Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco nel 1999, che riconosce alle espressioni in versi “un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”. Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.
Ecco le poesie di alcuni artisti del Laboratorio Poetico di E’Valtellina:
È primavera
il vetusto inverno
esalati gli ultimi freddi fiati
stanco
si riposa fra gli aridi monti
inverdisce la natura
di nuove speranze:
fiumi e rii
-liberi dei gelati vestiti-
con gioioso mormorio
scendono a valle
con le sue calde mani
il sole plasma gemme- messi e fiori
e ne ravviva i colori
le prime -ardite- lucertole
si scaldano al sole
su muri e sulle pietre
fra fronde verde lucente
gli uccelli intonano
le loro melodie
e intrecciano voli
nell'azzurro cielo
la primavera
col suo smagliante sorriso
veste la natura
con sgargianti abiti
che inebriano gli occhi di colori
Giovanni De Simone
Tu
Tu che compari all'improvviso...
Che scavi nella mia mente
cospargendo di profumi dimenticati
il mio cammino.
Chi sei?
Ti aspetto
come la scogliera aspetta l'onda del mare che si infrange contro.
Tu misterioso... avvolto
in un'ombra che non conosco
prendi la mia anima.
Come in un sogno
ti perdo e ti ritrovo...
Mi abbandono
a questo tuo dolce essere che culla la mia mente
facendomi navigare
in mondi
lontani...
Alda Volpi
La mia Valtellina
Valtellina dalle rugose pendici
in terrazze di passione e fatica
si forgia il volto della mia gente.
Grappoli di sole e di vento
strappati alla terra
rinvengono nel dolce filtro
che scorre da padre in figlio.
Valtellina dalle ali di fiume
e dai sapori di bosco,
risalgo tappeti, rigagnoli e sassi
fino alla vetta
con il fiato corto,
negli occhi il cielo
e sospesa sulle punte del finito
incontro l’eterno.
Paola Mara De Maestri
EXPO 2015
Si apre il sipario
la sua stoffa un arazzo
lavorato con oro e argento,
mescola il suo luccichio
con quello dei tanti oggetti preziosi
che le vetrine orgogliose
regalano agli occhi incantati dei tanti visitatori:
uno sfavillante lampadario di Murano,
uno splendido tappeto persiano,
un fantastico kimono giapponese,
una favolosa matrioska della Russia,
un incantevole cristallo di Boemia,
un prezioso Buddha di oro massiccio,
un’icona incastonata di rare gemme africane.
Oltre quel lusso accecante
un altro sipario
dalla stoffa grezza e rattoppata
spalanca le sue braccia ossute
e regala agli occhi stupefatti e persi
un mondo di miseria, senza pane,
un mucchio di immondizie e di macerie,
un prato di cemento,
un treno vecchio e stanco che dorme alla stazione di Milano,
un fiume che perso il suo colore,
un posto in ospedale non trovato
un cane abbandonato e fradicio in una piazza deserta.
Si chiude il sipario e piange
piange lacrime amare di dolore.
Si appannano pian piano le vetrine.
Non resta che una manciata di tristezza.
Expo 2015.
Ornella Gavazzi