Grandissima persona, formidabile allenatore di basket, immenso uomo di sport. Qualità umane e qualità professionali a comporre il mosaico di una personalità straordinaria.
Allenatore forse anche un po' sottovalutato rispetto alle sue capacità e ai risultati conseguiti sul campo, e sempre con il massimo rispetto verso gli avversari e con il proprio pubblico, i propri giocatori e squadre, individualità e organismi che nelle sue mani crescevano armoniosi: tre scudetti con la Virtus Bologna (compreso quello della stella) e quattro Coppe Italia, una delle quali con Verona (e questa fu un'impresa non da poco).
E un quasi scudetto con Livorno. Un'autentica beffa con il canestro annullato a Forti in quanto realizzato poco dopo il sibilo della fatale sirena nella ultima gara della finale contro Milano, anno Domini 1989. Comunque quella stagione dei labronici fu epocale. Si arresero soltanto per quell'inezia, per quel misero frammento temporale, alla Milano di D'Antoni, Premier, McAdoo, Meneghin. E per un brevissimo lasso di tempo i concittadini di Monsieur Modigliani furono annunciati come campioni d'Italia, salvo l'amara per loro correzione a posteriori.
Alberto era uno che dall'errore e dai dubbi traeva linfa di buon lavoro e bellezza con concretezza.
Davvero è stato un grande grande grande l'Albertone bononiensis e cittadino del mondo.
Un altro dei nostri della tribù cestistica, un umanista vero, filosofo dello sport e dei casi esistenziali, che se ne va, e troppo presto...
Lo rimpiangeremo, lo ricorderemo.
Ciao, Alberto.
Alberto Figliolia