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24 Gennaio 2019
Il rapporto tra geografia e letteratura si è definito a partire dalla seconda metà del 1900 ed ha dato vita a numerose produzioni scientifiche o divulgative, spesso di tipo interdisciplinare. Il successo della geografia letteraria è dato dal fatto che, come sostiene John Pocock, «La verità dell’invenzione va la di là della mera realtà dei fatti. La realtà immaginaria può trascendere o contenere più verità della realtà fisica o quotidiana. E in questo consiste il paradosso della letteratura. Anche se diversa nella sua essenza, e quindi povera in quanto fonte documentaria per il materiale sui luoghi, le persone o le comunità, la letteratura ha tuttavia una superiorità peculiare sul resoconto dello studioso di scienze sociali […] La verità letteraria ha una propria universalità: si occupa apparentemente di un solo individuo, ma esige una risposta da parte di ognuno; è quindi una verità più significativa dal punto di vista umano» (Pocock, 1989, p. 255).
Fabio Lando mette l’accento sul fatto che spesso «[…] romanzi e racconti sono stati usati, a prescindere dal loro valore letterario […] come elementi esplicativi, se non proprio costitutivi, delle relazioni sociali e dei sistemi simbolici complessi che regolano una determinata società. Opere di Dickens, Steinbeck, Verga, Silone, Carlo Levi […] sono diventate emblematiche per mostrare i legami, le interrelazioni, tra una società ed il suo territorio» (1993, p. 310).
La transizione dalla geografia letteraria alla geografia della letteratura, quest’ultima sintetizzata dall’espressione francese mise en littérature dei territori, è avvenuta nella seconda metà degli anni '70, quando due studiosi canadesi ne hanno definito le specificità (Brosseau, Cambron, 1976). La mise en littérature dei territori ha come obiettivo la comprensione dei rapporti esistenti tra le opere letterarie e i contesti sociali e spaziali in cui sono state prodotte. Si interessa anche ai legami creatisi tra scrittori, letteratura e le varie tipologie di fruitori che si sono appropriati di quest’ultima e la utilizzano concretamente. Negli ultimi vent’anni sta assumendo un ruolo sempre più importante nei territori perché costituisce uno degli elementi di base su cui vengono avviati i processi di patrimonializzazione nei contesti locali.
Percorrendo il web si incontrano numerose iniziative “letterarie", dall’ambito puramente locale a quello internazionale. Il fenomeno riguarda sia le metropoli che i piccoli centri rurali.
Si parte dalle case degli scrittori e dalle reti/associazioni, spesso nazionali, che sono sorte e che propongono guide e visite guidate. Dalla valorizzazione delle case degli scrittori sono nati i parchi letterari, particolarmente numerosi nel nostro Paese già a partire dagli anni '90. In alcuni casi sono stati creati percorsi ed itinerari letterari, nonché passeggiate letterarie: tutte iniziative volte ad attivare processi di turismo culturale nei territori, associati spesso ad eventi turistici “altri”, come quelli enogastronomici o legati alle mobilità e modi di vita slow.
Di seguito alcuni esempi di proposte di turismo culturale a livello nazionale ed internazionale:
Le booktowns
È un’offerta turistico-libraria nata in Inghilterra alla fine degli anni '60. La prima booktown, Hay-on-Wye, è rimasta a lungo un esperimento isolato. «Nel 1961 Richard Booth lascia Oxford e compra il locale che ospitava la sala cinematografica di Hay-on-Wye, un paese di 1500 abitanti nel Galles, per trasformarlo in una libreria che vendeva principalmente libri di seconda mano. Il successo del negozio spinge Booth ad acquistare la stazione dismessa dei pompieri, una vecchia warehouse e il castello, riempito da subito con libri antichi. A partire dal 1970 Hay-on-Wye diventa il primo “paese del libro” al mondo. Oggi Hay-on-Wye conta quasi 40 librerie, 17 tra ristoranti, caffè e bistrot, una stamperia, due legatorie, negozi di antichità e curiosità varie oltre a negozi e attività tradizionali e più di 300.000 visitatori. A partire dagli anni '90 iniziative analoghe sono sorte a Redu in Belgio, a Montolieu in Francia, a Bredevoort in Olanda, a Fjaerland in Norvegia, a Saint-Pierre de Clages in Svizzera, a Sysma in Finlandia, a Wingtown in Scozia e recentemente a Montereggio in Italia».1
Il progetto BookTownNet nacque nel 1998, raccogliendo informazioni circa i paesi aderenti, ha permesso la creazione di una rete virtuale di amanti della letteratura. In questo mondo, queste comunità, prive di una reale vocazione turistica ed in declino, grazie alla creazione di eventi legati alla letteratura hanno acquistato una notevole importanza che va oltre la semplice concezione di luoghi per la compravendita di libri.
A partire dagli anni 2000 l’interesse per questo tipo di valorizzazione dei borghi rurali è fortemente aumentato: le esperienze di questo tipo si sono moltiplicate non solo in Europa ma in giro per il mondo. In Italia il caso di Montereggio in Lunigiana, piccolo borgo in cui la tradizione professionale del libraio ambulante risale a molti secoli addietro, è rimasto per ora isolato. Proprio i discendenti degli storici librai “con la gerla sulle spalle” che, grazie alla vendita degli abbecedari hanno permesso l’alfabetizzazione di buona parte dei bambini degli Appennini, negli anni '50 hanno creato il premio letterario “Bancarella”.
Gli itinerari letterari
L’idea di associare la letteratura o la poesia al camminare e al viaggiare risale all’Ottocento ed al Grand Tour. Oggi, Bertrand Lévy e Alexandre Gillet hanno tradotto questa associazione nel volume Marche et paysage. Les chemins de la géopoétique (2007). Con obiettivi sperimentali, invece, Francesco Careri ha proposto i suoi Walkscapes (2006). Più recentemente, Gianni Biondillo (2010) ha rivalutato la figura del viandante “urbano”.
Un esempio di grane successo, che è stato in grado di rivitalizzare dal punto di vista demografico e funzionale un’area marginale della Francia centro-meridionale è il Chemin de Stevenson, creato a partire dal libro di Robert Louis Stevenson Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino. Oggi, divenuto un itinerario di Grande Randonnée, Le Chemin de Stevenson – GR70, è già giunto alla quarta edizione. Esiste una interessante carta, tratta dalla guida, che mette appunto in evidenza l’itinerario turistico collegato a quello originariamente percorso da Stevenson, e corredato dalle principali informazioni turistiche.
Infine, in Italia, in tempi recenti è nata la “Strada degli scrittori” siciliana, esperienza molto significativa per la valorizzazione del patrimonio e del turismo culturale isolano. Come si evince dal sito web, il progetto si è sviluppato da «[…] una proposta del giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro, e condivisa e sottoscritta con protocollo d’intesa, l’11 novembre 2013, a Racalmuto […] La “Strada degli scrittori”, è un progetto che mira a creare un itinerario culturale e turistico appassionante e intelligente in una parte della Sicilia che ha avuto la fortuna di essere stata patria di scrittori tra i più grandi, dal secolo scorso ai nostri giorni. A Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri, il Grand Tour dei Saperi e dei Sapori, iniziativa di lancio della “Strada”, dal 5 al 12 settembre 2014, ha pensato di aggiungere altri autori del ‘900: Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Pier Maria Rosso di San Secondo ed Antonio Russello, che hanno mantenuto un legame forte col territorio ed hanno arricchito il panorama letterario di quel periodo, raccontando anche di questi luoghi o di personaggi di questa terra».2
Enrico Bernardini
1 Fonte: Montereggio paese dei librai.
2 Fonte: La Strada degli Scrittori.
Bibliografia
Biondillo, G. & Monina, M., (2010), Tangenziali. Due viandanti ai bordi della città, Guanda.
Brosseau M., and Cambron M., (2003), “Entre géographie et littérature: frontières et perspectives dialogiques”, Recherches sociographiques, 64, 3, pp. 525-547.
Careri F., Walkscapes. Camminare come pratica estetica, Einaudi, Torino, 2006.
Lando F. (a cura di), Fatto e finzione. Geografia e letteratura, EtasLibri, Pisa, 1993.
Lemmi E., Siena Tangheroni M., «Le “Book Towns”: un progetto di sviluppo. Il caso di Hey-on-Wye e di Montereggio», in PERSI P. (a cura di), Territori emotivi. Geografie emozionali, Dipartimento di Psicologia e del Territorio – Univ. di Urbino, 2010, pp. 496-502.
Lévy, B. & Gillet, A. (ed.), Marche et paysage. Les chemins de la géopoétique, Metropolis, Genève, 2007.
Marengo M., Geografia e letteratura. Piccolo manuale d’uso, Patron, Bologna, 2016.
Papotti, D. & Tomasi F. (eds.), La geografia del racconto. Sguardi interdisciplinari sul paesaggio urbano nella narrativa italiana contemporanea, P.I.E.-Peter Lang, Bruxelles, 2014.
Pocock D.C., «La letteratura d’immaginazione e il geografo», in BOTTA G. (a cura di), Cultura del viaggio. Ricostruzione storico-geografica del territorio, Unicopli, Milano, 1989, pp. 253-262.
Sitografia
Montereggio paese dei librai.
La Strada degli Scrittori.
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