Roma – In attesa di una analisi del decreto su quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza, alcune brevi considerazioni ci sembrano opportune.
Quota 100 per le pensioni: per il triennio 2019-2021 sono stanziati circa 22 miliardi che potrebbe riguardare 1 milione di persone, con 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Ogni anno di anticipo del pensionamento, però, comporterà una riduzione media del 4% della pensione. Ogni pensionando valuterà la convenienza, ma se l'anticipo pensionistico sarà di 5 anni significa una riduzione della pensione del 20%.
Reddito di cittadinanza: per il triennio 2019-2021 sono stanziati circa 21 miliardi; la platea interessata dovrebbe essere di 5 milioni di persone, ma con i soldi stanziati i conti non tornano. Contro le eventuali frodi dovrebbe vigilare l'Inps che sarà tenuto a controllare, entro cinque giorni lavorativi, la fondatezza dei requisiti di chi ha presentato domanda. Cinque giorni per la verifica? Abbiamo seri dubbi.
La somma degli interventi per il triennio è di circa 43 miliardi di euro. Trovarli sarà un problema, perché se si vuole procedere anche alla sterilizzazione di imposte e accise, per il medesimo triennio, il Governo dovrà accollarsi circa 63 miliardi che, sommati agli interventi soprascritti, portano la “spesa” pubblica a 106 miliardi.
In totale 106 miliardi di debito.
Ci sembrano sogni lisergici.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc