Epifanìa 2019
La lingua può rivelare sempre nuove cose a chi l’ama e ne studia i giri. Sei mesi fa sospesi la stesura di questo libro1 col proposito di concluderlo nell’anno (per non andar troppo per le lunghe). Non immaginavo affatto che sarebbero ‘venute in superficie’ (epifanìa)2 tante cose, pubblicatemi in questi sei mesi.
1) La ‘lingua soffiata dal fuoco’, eme zir, merita rilievo.
2) L’odore delle pecore e del lupo è un altro spunto (tag in zumero).
3) Zaccheo rivisto in zumero è il terzo e più innovativo tag.
Concedi ai tuoi fedeli, Signore, la sapienza del cuore, l’amore.
Il fuoco che arde3 prospetta in.izi, ‘corrente. fuoco’ in zumero, zi.izi, ‘soffio. fuoco’. Chiama L’ardore e Ka dello studio di Roberto Calasso4 sulla civiltà dei Rgveda. Collega la civiltà dei Zumeri e degli adoratori del fuoco alla originaria civiltà del Saraswati. Lo studio delle lingue agli studi geologici della deriva dei continenti. Anche nel mese scorso l’area indonesiana della catena dei vulcani ha mostrato, con l’onda anomala causata dall’eruzione subacquea dei resti del Krakatoa, gli effetti del fenomeno della deriva dei continenti con schiacciamento dell’Industan sotto alla catena dell’Himalaya. Nel 2001 un satellite americano della serie land-sat fotografò il paleoalveo del Saraswati, fiume, ora dea, che scorreva5 dall’Himalaya al mar arabico. Quel paleoalveo sottosta a 300 siti archeologici ora ‘misteriosamente’ in mezzo alla terra. Nel 1850 a.C., Abramo uscì da UR III, secondo la tradizione ebraica, perché i traffici tra Ur e la civiltà del Saraswati languirono fino ad interrompersi. A quel tempo il fiume aveva una larghezza di quattordici chilometri ed un pescaggio di pochi metri.
Su-ili-su, l’interprete
Roberto Calasso ha alzato6 un quesito cui posso rispondere compiutamente.
Conosciamo soltanto un nome – fra tutti quelli che appartengono alla civiltà dell’Indo: Su-ilisu, un interprete. Ci appare come un nano, o un bambino, in un sigillo accadico. Sta in grembo a un personaggio che indossa ricchi, pesanti paramenti. Il testo inciso sopra l’immagine dice: Su-ilisu, traduttore di Meluhha. Altri sigilli parlano di merci provenienti da Meluhha, da quella civiltà dell’Indo che fu estesa più della Mesopotamia, dell’Egitto, della Persia e durò non meno di mille anni, estinguendosi infine, per motivi del tutto oscuri, intorno al 1600 a.C. I nomi sono scomparsi, rimane soltanto quello di Su-ilisu, interprete di una lingua che ancora resiste a ogni tentativo di decifrazione – ammesso che si tratti di una lingua, punto su cui ancora si disputa.
Abbiamo visto sopra la narrazione dell’interramento de fiume Saraswati, che leggo in zumero: ‘vita (ti) cielo-terra (wa) in sharash’. Il palindromo sharash ha ‘r’ polygamma generativa in centro, tra utero (sha) ed Uno d’origine (ash).
I mille anni almeno coprono, dal 2600 al 1600; ad occidente la civiltà zumero-accada fino alla decadenza, ad oriente la civiltà indo, che travasò dal catino asiatico a quello europeo determinando in seguito i sommovimenti descritti da archeologi come Eric H. Cline, 1177 a.C. Il collasso della civiltà, Torino, Bollati Boringhieri, 2014.
Su-ili-su è il secondo re della dinastia Isin (circa 1926-1917 a.C.) secondo la cronologia corta, ovvero 1984-1975 secondo la cronologia media). La dinastia era stata fondata da Isbi-erra (Isbi-Erra [vita-morte] (2017-1985), inizia la dinastia Isin [vita corrente] che succede alla III dinastia di Ur).
Meluhha in zumero:
Me-luh-haki
a country –probably the Indus valley civilization in Pakistan (literally, ‘cleansed rituals’; cf., ma2-gan-an-naki).7
La prossimità fonetica del sintagma offre perfino la gola (divina) della lingua zumera:
meli2, mili2, mel2, gele3, gili3 [KA X LI]; mel; mel3
throat, pharynx; root of the tongue; voice (cf., mu7 [KA X LI]; Akk., ma’latu, ‘root of the tongue’; nemlu(m), ‘throat’?’; cf., Semitic root which manifests in Akkdadian qalu, ‘be silent’ [zumerian kalu ‘anima.soggetto’, but which means ‘ voice’ in Hebrew, Syriac, and Ge’ez [P.R. Bennet, Comparative Semitic Linguistics, p. 50].8
Poiché il me è, assieme al mu, nel melammu, il potere creativo (li) è gioia, il è Dio, me.lil potere creativo del dio vento, en lil la lingua misteriosa si rivela.
Carlo Forin
1 Anthares: cinquant’anni insieme.
2 1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
3 25 ottobre 2018 – In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 49«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! 51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». (Lc 12, 49-53)
4 Adelphi, Milano 2010.
5 Ora interrato.
6 Roberto Calasso, L’ardore, cit., pp. 25-26.
7 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 172.
8 Ivi: 174.