L'Avana, 27/12/2018 – Laureata in Storia dell’Arte nel 2012, Yanelys Núñez Leyva (L’Avana, 1989) è stata quest’anno uno dei volti più in vista nella scena dell’arte indipendente dell’isola.
Insieme a Luis Manuel Otero Alcántara e un altro gruppo di artisti ha sfidato le autorità culturali del paese inaugurando la #00Bienal dell’Avana. Núñez è stata una delle principali curatrici e organizzatrici dell’evento indipendente che ha avuto luogo nella sede del Museo della Dissidenza, un progetto per cui è stata allontanata dal suo posto di lavoro alla rivista Revolución y Cultura.
Attraverso il Museo della Dissidenza, Núñez ha cercato di spiegare a partire dall’arte il termine dissidente, basandosi anche sul significato che la Real Academia Española attribuisce alla parola. In uno stesso spazio, la curatrice ha mescolato personalità della storia di Cuba, come Hatuey, José Martí e Oswaldo Payá. Il progetto, che inizialmente funzionava in formato digitale attraverso una pagina web, si è materializzato tra i muri di un’abitazione in calle Damas 955, L’avana Vecchia.
Il locale è servito anche come sede del festival Poesía sin Fin, della presentazione del libro di Enrique Del Risco, El compañero que me atiende, e perfino di una lettura di scrittori sotto censura, programmata per svolgersi parallelamente alla Fiera del Libro e poi boicottata dalla Sicurezza di Stato.
Núñez ha inscenato una protesta contro il testo polemico di fronte al Campidoglio dell’Avana ricoprendosi il corpo di escrementi umani mentre esigeva il rispetto dell’arte libera
Da quando il 10 luglio scorso è apparso nella Gazzetta Ufficiale il Decreto 349 che regola la diffusione artistica, Núñez è stata parte attiva del gruppo di San Isidro, che si è opposto al Governo chiedendo la sua abrogazione. La norma menzionava fino a 19 violazioni della legge, molte delle quali riguardavano direttamente le scena indipendente, come organizzare eventi culturali senza l’autorizzazione del Governo o divulgare contenuti “violenti, pornografici, discriminatori o offensivi per i simboli patri”.
La campagna contro la norma ha denunciato attraverso testi e azioni artistiche il suo carattere esclusorio e ha segnalato che fosse stata scritta senza previo consulto con gli artisti. Núñez ha inscenato una protesta contro il testo polemico di fronte al Campidoglio dell’Avana ricoprendosi il corpo di escrementi umani mentre esigeva il rispetto dell’arte libera.
Sebbene il decreto dovesse entrare in vigore il 7 dicembre scorso, parte del suo contenuto è rimasto in sospeso mentre si è aperto un processo di dialogo con istituzioni governative come l’Unione Nazionale di Scrittori e Artisti (Uneac) e l’Associazione Fratelli Saíz (AHS) nella quale si esamina la stesura di alcune norme complementari per la sua futura applicazione.
Sia l’organizzazione Amnistía Internacional sia il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si sono pronunciati contrari al 349 in considerazione del fatto che contravviene al diritto alla libertà di espressione e può essere impiegato per censurare contenuti.
(da 14ymedio, 27 dicembre 2018)
Traduzione di Silvia Bertoli