A Daphne Caruana Galizia
Saliva il velo della parola
come il vento che porta le carezze alla terra
straniata da acque acide,
impetuosa nel suo grembo
di voglie da maturare
che tentacola germogli fuori stagione
per averne una scorta
quando il cielo non si svela nel suo azzurro
e una scialuppa vuole saldare la speranza sull’arcipelago
galleggiante come l’esistenza singola,
macerata nella creazione con quello a disposizione:
sentimenti calcarei, timide colline, insenature rocciose
senza rivoli in cui pulirsi,
e senza un’ombra dove nascondersi,
ma dove il mare che l’abbraccia rimanda storie antiche
fenicie, greche, cartaginesi, arabe, normanne, europee
e oggi da Sud ad Oriente, ancora
mentre la Dormiente si risveglia a raccontarci le verità.
A Matthew
i sassi sbriciolano parole a descrivere
il vuoto bianco che acceca
l’animo,
nascosto nei fondali umani,
rotolato fuori dalla storia
disseppellito nella globigerina
Nella grotta di Ghar Dalam mi nasconderò
con una nuova storia, espatriata
dall’ipogeo alla cenere
ad immaginare nei giorni vuoti di orizzonte
onde d’amare,
da portare in un grembo nuovo
Barbarah Guglielmana
(28 marzo 2018)
(dalla antologia bilingue Malta. Qawsalla ta'kulturi Arcobaleno di culture, a cura di Associazione EspRimi e Associazione E'Valtellina, Malta, 2018)