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Giuseppina Rebori. Conosci Morbegno 3/ Il Parco della Bosca 
La prefazione di Annapaola Canevari
17 Dicembre 2018
 

Blu e verde. Acqua e vegetazione. Il logo del parco locale di inte­resse sovracomunale della Bosca rappresenta molto bene le caratteristi­che di questo lembo di territorio morbegnese, oggetto nel tempo di sem­pre maggiore attenzione e anche di qualche contestazione.

Al di là della presenza dell’acqua (il fiume Adda, il fosso di Cam­povico, le due aree umide alle estremità del fosso), della vegetazione bo­schiva ripariale e delle aree agricole situate sulla sponda sinistra del fiu­me Adda, la caratteristica prevalente e il maggior valore di quest’area consiste nell’essere uno snodo, una vera e propria cerniera di collega­mento tra diversi paesaggi, diversi ambienti naturali e antropizzati, di­verse attività pubbliche e private, diversi beni culturali localizzati sul ter­ritorio (il ponte di Ganda, l’ex Centrale Elettrica e la chiesa della Beata Vergine a Campovico).

Il parco della Bosca non è certamente più un ambiente pretta­mente naturale, e non a caso nell’introduzione al presente libro viene de­finito “un prezioso artefatto”; però si tratta di un ambito veramente pre­zioso per tutti i valori che riesce ad incorporare, da quello ecologico e di conservazione della biodiversità (sono state censite oltre 50 specie orni­tologiche), a quelli legati al tempo libero e alla fruizione da parte di citta­dini e turisti (ad esempio la pista ciclopedonale del Sentiero Valtellina), a quelli didattici e di coinvolgimento degli utenti, come testimoniano i pan­nelli predisposti dagli insegnati e alunni della scuola primaria di Campo­vico.

Una eccellente occasione per osservare e comprendere lo stretto e delicato rapporto tra la natura e l’azione dell’uomo, un luogo frutto del­le trasformazioni prodotte nel tempo dal divagare del corso del fiume Adda, con le sue piene e i suoi periodi di magra, e l’opera dell’uomo, con i suoi interventi remoti ma anche recenti, dalle opere di regimazione del­le acque e di arginatura, il suo sfruttamento inizialmente a fini esclusiva­mente agricoli e poi industriali, la tendenza alla conurbazione tra gli in­sediamenti rivieraschi.

Nel corso degli anni novanta alcune parti marginali dell’area dell’attuale parco della Bosca erano utilizzate in modo del tutto improprio (scarico abusivo di inerti e altri materiali, prelievo di alberi) quindi abba­stanza degradate, senza contare il progressivo aggravamento della si­tuazione idrogeologica.

In questi stessi anni, però, si stanno affermando sia a livello glo­bale che a livello locale, i concetti legati alla sostenibilità urbana e am­bientale e all’importanza di salvaguardare il territorio e tutte le sue po­tenzialità, e a Morbegno nascono le prime proposte di istituzione di un parco che abbia proprio il compito di tutelare questa parte del territorio comunale. Un parco che non rientra, evidentemente, nella tipologia dei “parchi naturali” ma che a tutti gli effetti si può ascrivere alla categoria dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS), una fattispecie defi­nita e istituzionalizzata dalla Regione Lombardia fin dal 1983 (legge re­gionale n. 86/83). Questa legge consente di inserire nell’ambito di questi parchi anche aree verdi periurbane e caratterizzate da contesti paesisti­camente impoveriti, urbanizzati o degradati, con la finalità della loro sal­vaguardia e valorizzazione attraverso forme di gestione e di tutela di tipo sovracomunale, orientate al mantenimento e alla valorizzazione dei ca­ratteri tipici delle aree rurali e dei loro valori naturali o seminaturali tra­dizionali.

Questi concetti e obiettivi sono stati successivamente definiti e sanciti a livello europeo dalla “Convezione europea del paesaggio” del 2000 (ratificata dall’Italia nel 2006) che riconosce la caratteristica del paesaggio come frutto dell’interazione tra fattori naturali e umani, indivi­dua la necessità di vere e proprie politiche del paesaggio tese allo loro salvaguardia e valorizzazione attraverso una gestione sostenibile, volta a garantire il governo del paesaggio stesso per orientare e armonizzare le sue trasformazioni.

La Convenzione riguarda gli spazi naturali ma anche quelli rurali, urbani e periurbani, e si applica a tutti i paesaggi, da quelli eccezionali, a quelli della vita quotidiana fino ai paesaggi degradati.

Le alterne vicende legate alla nascita e istituzione del Plis inaugu­rato nel 2011, al suo sviluppo e consolidamento attraverso opere di si­stemazione, rinaturalizzazione, infrastrutturazione, fino alle recenti pro­poste di futuro ampliamento verso la “grande Bosca” che dovrebbe coin­volgere i comuni di Talamona e Cosio Valtellino e gli ambiti della Colmen di Dazio, del torrente Tovate e del torrente Bitto, entrando a far parte di un più ampio sistema “verde” con connessioni “blu” e configurandosi come una possibile cerniera tra i due versanti della valle (retico e orobi­co, con i loro parchi naturali), sono narrate in modo esauriente e con ric­chezza di dettagli nel testo. Così come sono molto ben tratteggiati i con­tenuti, le finalità e le prospettive dello strumento che consente di mette­re in pratica e poten­ziare quanto definito nella Convenzione europea del paesaggio e conte­nuto negli obiettivi istitutivi del Parco: il suo Piano di Gestione.

Per quanto riguarda il Plis della Bosca gli obiettivi del piano di ge­stione sono stati definiti nella convenzione tra Comune di Morbegno e Comunità Montana e riguardano principalmente la conservazione degli ambienti naturali e degli ecosistemi esistenti, la tutela del patrimonio fo­restale, il recupero e/o bonifica delle aree abbandonate o degradate, la salvaguardia degli ambienti agricoli anche attraverso forme di collabora­zione con gli agricoltori operanti sul territorio, la fruizione sociale del ter­ritorio, la ricreazione e il tempo libero, l’integrazione fra l’ambiente pro­tetto e l’insediamento, il monitoraggio, la riqualificazione e la valorizza­zione dei corsi d’acqua e delle zone umide, il potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali.

Ora, in vista dell’anno 2019, si presenta una grande occasione di visibilità, rilancio e valorizzazione per il Plis della Bosca: la nomina della cit­tà di Morbegno a “Citta alpina dell’anno” per il 2019.

Questo prestigioso riconoscimento viene assegnato annualmente da una Giuria che valuta le diverse candidature attraverso i progetti pre­sentati e portati avanti dai Comuni, negli ambiti della sostenibilità ecolo­gica e dello sviluppo sostenibile.

I progetti in programma da parte del comune di Morbegno, ac­compagnati da una serie di convegni e conferenze, sono ispirati a cinque obiettivi guida: rafforzare la coscienza alpina, coinvolgere la popolazione, consolidare i ponti con la regione e il territorio circostante, configurare in modo sostenibile il futuro della città, e infine, sviluppare la collaborazio­ne. Questi progetti, oltre che nell’ambito prettamente urbano, possono e devono trovare il campo di applicazione e la cornice ideale proprio nella realtà territoriale, ambientale e paesaggistica del Parco della Bosca.

 

Annapaola Canevari

 

 

Giuseppina Rebori, Il Parco della Bosca

Un prezioso artefatto... naturale

[CONOSCI MORBEGNO 3]

LABOS Editrice, pp. 84 (riccamente illustrato), € 15,00

IL VOLUME È IN VENDITA PRESSO LABOS EDITRICE

E IN TUTTE LE LIBRERIE/EDICOLE DI MORBEGNO


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