Pensavo che avessimo perso il lume dell’intelletto e che nessun sentimento di solidarietà potesse più toccare il nostro cuore. Siamo stati sull’orlo di perdere dignità e rispetto. Perdere l’infanzia vuol dire perdere noi stessi, perché l’umanità, a livello universale, è un solo corpo. Troppo male facevano gli occhi di quei bambini isolati, inconsapevoli, che si guardavano intorno increduli in cerca di un perché si trovassero soli, lontani dalla mensa, non insieme… Si guardavano, si interrogavano e non capivano una divisione che sfuggiva alla loro comprensione. La paura che qualcosa di terribile potesse ritornare e che l’ignoranza, con gravi conseguenze, potesse prendere il sopravvento sulla riflessione era sconvolgente, per il panico di essere diventati altro e per il timore che etica e morale dormissero il sogno dell’irrazionalità in un mondo che appare sempre più diviso. Ma quegli occhi hanno avuto il potere di penetrare il cuore.
Un brusio ha cominciato a serpeggiare, la ragione a pungolare, il brusio è diventato rumore, e poi urlo contro la separazione; gli argini dell’indifferenza si sono rotti contro il pulsare incessante del cuore. Nulla si può accettare contro l’infanzia ed è aumentato sempre più il numero di coloro che, guidati dal buon senso, non hanno accettato le regole, pensando che a tutto c’è rimedio, e si sono uniti a difesa dell’infanzia che non può e non deve essere umiliata. Siamo nel tempio dell’educazione che basa i suoi principi sul rispetto e la dignità di tutti senza confini e senza colori. Troppo lunga, per alcuni indigenti, la strada, per raggiungere la scuola, troppo triste l’aula priva di scodelle, perché i bimbi stranieri non possono pagare. Troppa la vergogna per un atto che avviene a scuola, l’alveo, dove si realizza il processo di educazione e di formazione, dove dominante è lo slogan “stare bene insieme”, dove un comportamento sbagliato può influire negativamente sulla crescita.
A nostra difesa, il cuore ha rigettato ogni sopruso contro l’indigenza, e ha fatto da scudo ai bambini. Il donare in silenzio è stato un atto bellissimo conforme ai principi di umanità, di solidarietà, di inclusione, ed ha dimostrato che insieme si può costruire una società migliore, che il mondo è di tutti e che la fratellanza è il principio base della convivenza. Un atto che ha commosso profondamente, a dimostrazione che i valori della nostra cultura si possono temporaneamente appannare ma non annullare e che la coscienza è sempre vigile a richiamarci alla ragione.
I bambini sono il futuro della società e tutti abbiamo l’obbligo di educarli secondo i sani principi che hanno caratterizzato da sempre la nostra cultura permeata di classicità, di epica e di storia. I bambini ci giudicano e il loro giudizio è tremendo, temibile, ogni loro possibile devianza sarà frutto di un nostro errore. Ma la generosità che ha consentito di aprire la mensa a tutti i bambini, ci dice che in ognuno di noi è vivo il ricordo di ciò che eravamo, la consapevolezza di ciò che siamo. È questa la nostra vittoria su chi vorrebbe a forza farci deviare. È la solidarietà, la strada da riprendere contro ogni tentativo lesivo dell’infanzia.
A difesa, si sono unite le mamme. Hanno vinto i valori della nostra cultura, base della nostra formazione, che abbiamo l’obbligo di difendere e di trasmettere. La ragionevolezza si è fatta strada, contro comportamenti che sanno di barbarie e di inciviltà. Si spera che la cultura illumini col sapere le menti di coloro che non la conoscono o che forse per ignoranza la temono, e che insieme si possa vedere al di là delle apparenze la verità del momento poco appagante, che risvegli le nostre menti e le indirizzi verso scelte capaci di privilegiare il bene di tutti indiscriminatamente, affinchè ogni barriera e ogni pregiudizio sia abbattuto dalla ragione e dalla conoscenza nella consapevolezza che ogni diversità è per noi ricchezza irrinunciabile.
Intanto la prima barriera è stata abbattuta e speriamo che se ne possano demolire tante altre per poter respirare di nuovo privi di regole malsane. I bambini sono di nuovo insieme in un clima di convivenza dove nessuna ombra per ora offusca il loro sorriso d’innocenza.
Anna Lanzetta