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Gianfranco Cercone. “Quasi nemici – L'importante è avere ragione” di Yvan Attal
15 Ottobre 2018
 

Capita a volte di constatare in un film un contrasto tra i personaggi e lo sviluppo del racconto: come se a quei personaggi, magari ben descritti, ben definiti, fossero imposte dall'autore delle azioni che non corrispondono al loro carattere, ma obbediscono piuttosto a degli schemi precostituiti, a delle convenzioni; magari per soddisfare il gusto che viene attribuito al pubblico, per infondere ottimismo, buonumore, come in certi lieto-fine artificiosi.

Un simile contrasto si può percepire, a mio parere, in un film francese il cui titolo italiano, sulla falsariga di un altro film francese di successo, è Quasi nemici, sottotitolo: “L'importante è avere ragione”, ma il cui titolo originale è: “Le brio”; diretto da Yvan Attal.

Nella storia si fronteggiano, all'inizio quasi appunto come nemici, due personaggi: una studentessa universitaria, di origine araba, algerina, residente a Parigi; uno dei suoi professori all'università, francese “doc”.

La ragione dello scontro è il razzismo dell'insegnante, che si sfoga contro la ragazza fin dal primo giorno di lezione, quando lei, che per raggiungere l'università dalla banlieu in cui risiede, deve compiere un lungo percorso sul treno e sul métro, arriva in aula con qualche minuto di ritardo, e lui la apostrofa platealmente, in un'aula gremita quasi come uno stadio – si tratta evidentemente di un insegnante discusso ma popolare – prendendosela con i suoi abiti poveri, con la mentalità delle persone della sua etnia, con il suo stesso nome di battesimo.

La filippica fa scandalo. E per scongiurare il proprio licenziamento, l'insegnante si trova costretto ad allenare proprio quella studentessa a un torneo di retorica – una gara di eloquenza – al quale ogni anno quella università presenta un proprio candidato.

Ora: l'insegnante è un razzista conclamato, odioso, ma allo stesso tempo, il racconto tiene a dimostrare, è un uomo colto, intelligente, estroso. Il razzismo, nel suo caso, non si combina, come capita per esempio in Italia, con l'anti-intellettualismo. Ma anzi si basa proprio sulla supremazia della lingua, della cultura e in particolare della letteratura francese, seguendo una tradizione culturale di destra che in Francia, come si sa, è di alto livello.

E il valore della cultura lo accomuna alla studentessa, che è respinta ai margini della società, che non gode per diritto di nascita del privilegio di quella cultura, e che a trovarsi l'oggetto principale dell'attenzione dell'insegnante, non comprendendone la ragione, malgrado un senso di ostilità, non può fare a meno di sentirsi lusingata, sedotta intellettualmente dall'uomo, senza perdere però del tutto l'istinto della ribellione, e anche della profanazione di quella cultura in parte a lei nemica.

Come si vede, si tratta di due caratteri piuttosto complessi, che affondano le loro radici nella storia e nella composizione della società francese. E il loro incontro, se fosse stato svolto in modo libero, spregiudicato, avrebbe potuto condurre a esiti eccellenti da un punto di vista artistico.

E invece nel film di Attal quello sviluppo è costretto in alcuni schemi: in primo luogo quello della favola – sembra a momenti la favola di Pigmalione, quella che ha già ispirato, ad esempio, un film famoso: My fair lady. Così in breve tempo la studentessa si trasforma in un'oratrice sovraffina, capace di conquistare qualsiasi uditorio.

Quanto all'insegnante, che l'aveva cinicamente strumentalizzata, rivela un'inconfessata generosità, e rientra tutto sommato nel tipo del “burbero benefico”.

Tuttavia, malgrado inverosimiglianze e qualche sdolcinatura, il film è interessante per come descrive, in modo sottile e convincente, la tradizione dei concorsi di eloquenza, e per il ritratto dei due protagonisti, affidati a due eccellenti attori: Daniel Auteil, nel ruolo dell'insegnante; e Camélia Jordana in quello della studentessa.

 

Gianfranco Cercone

(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da Radio Radicale il 13 ottobre 2018
»» QUI la scheda audio)


 
 
 
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