Genova – Siamo tutti Mimmo Lucano! Non deve trarre in inganno il fatto che ci siano tanti capi di imputazione per il coraggioso sindaco di Riace Mimmo Lucano; non siamo in possesso dei documenti alla base dei provvedimenti giudiziari nei suoi confronti, ma possiamo affermare al di là di ogni dubbio che in Italia la persecuzione giudiziaria esiste e noi difensori dei diritti umani di EveryOne Group ne siamo la prova lampante.
Ai due link qui in calce, che portano ad articoli pubblicati sul sito di EveryOne Group, le principali traversie cui ci ha costretto il sistema giudiziario a causa di alcune delle nostre azioni nonviolente a difesa di migranti e Rom. Sono stati anni di stress, con enorme pregiudizio personale e professionale, consistenti spese legali e tanto tempo perso. Le sentenze, che ci hanno sempre visti assolti con formula piena, hanno fatto giustizia solo in parte, perché nessuno ci toglie il logorio e i danni subiti. EveryOne Group infastidiva notevolmente il “potere costituito" perché aveva ottenuto diverse procedure da parte delle Nazioni Unite e dell’Ue nei confronti del governo italiano e di istituzioni locali, per violazione dei diritti umani. A questi tre procedimenti penali vanno aggiunti altri provvedimenti assunti contro di noi da autorità locali e nazionali: ci hanno trascinati all’inferno; abbiamo resistito e continuato a impegnarci per i diritti dei migranti e dei Rom. Ne siamo usciti “illesi” grazie anche agli interventi da parte delle Nazioni Unite, del Parlamento europeo, di FrontLine Defenders e di altri organismi internazionali, che hanno rilevato la persecuzione giudiziaria, attestata anche in due Report dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (che abbiamo incontrato e ci è stato accanto negli eventi giudiziari) e hanno protestato a più riprese nei confronti della magistratura e delle istituzioni italiane.
In base alla nostra esperienza, invitiamo la società civile a non abbandonare Mimmo Lucano, ma a restargli accanto, vigilando sull’operato di chi lo accusa e rivolgendo appelli agli organismi internazionali che tutelano chi difende i diritti umani affinché vigilino a propria volta su questa vicenda giudiziaria che presenta alcune similitudini con il caso di EveryOne Group.
Roberto Malini
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