Alla vigilia del ciclo di audizioni su "La tutela della dignità nella persona umana nelle patologie incurabili e terminali anche con riferimento al tema dell'eutanasia" –previste per il 17 gennaio a porte chiuse e senza resoconti parlamentari– occorre denunciare con quali modalità sia stata presa questa decisione: una fretta che non ha pari con le tempistiche parlamentari, se non per una volontà tutta politica di mettere la parola fine ad una vicenda politica di cui Welby è stato protagonista.
Audizioni che sono il risultato di una riunione dell'ufficio di presidenza delle commissioni Affari Sociali e Giustizia dello scorso 20 dicembre quando non è stato dato seguito alla proposta di avviare un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina. Ma c'è qualcosa che non torna su come si è giunti a questa decisione.
Per questo motivo ho inviato una lettera aperta al presidente della Commissione Affari Sociali, on. Mimmo Lucà e al presidente della Commissione Giustizia, on. Pino Pisicchio. Lettera che, per conoscenza, ho inviato anche al presidente della Camera dei Deputati, on. Fausto Bertinotti e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
La riunione dello scorso 20 dicembre era stata convocata per le 14:15 senza neppure scrivere l'oggetto e l'argomento della decisione che si sarebbe dovuta prendere. I lavori della Camera e delle commissioni, dopo che era stata posta la questione della fiducia sulla Finanziaria, erano sospesi per 24 ore. Solo grazie ad un passaparola informale alcuni sono venuti a conoscenza dell'oggetto della riunione, sollecitata dal presidente della Camera dopo la consegna della petizione Welby che con oltre 10 mila firme chiedeva questa indagine. Ai partecipanti è stata distribuita la lettera del presidente della Camera e una lista di nominativi da invitare per un ciclo di audizioni informali, ma non la richiesta di indagine conoscitiva sottoscritta dai capigruppo di Rosa nel Pugno, Verdi e Rifondazione Comunista della Commissione Affari Sociali e Giustizia, e in seguito anche da altri parlamentari.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in risposta alla lettera di Piergiorgio Welby, copresidente dell'Associazione Luca Coscioni, e alla sua sollecitazione sulla "morte opportuna", si era augurato «che un tale confronto ci sia, nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l'elusione di ogni responsabile chiarimento».
Purtroppo la riunione del 20 dicembre ha deciso proprio nella direzione del silenzio, della volontà di non sapere e di non conoscere. A distanza di poche ore Piergiorgio Welby è morto come aveva deciso di morire. Il suo ultimo atto politico è stato quello di apporre la sua firma sulla petizione.
Con la lettera aperta, vista la "precarietà" della convocazione della riunione precedente, chiedo di convocare la stessa con modalità e tempi idonei sì che i deputati possano esprimersi decidendo come rispondere a quel richiamo al confronto fatto dal presidente della Repubblica.
Donatella Poretti
Qui il testo completo della lettera aperta